Eccentrico nel vestire, sorriso contagioso, noto per lo stile di vita sfarzoso e la passione per la musica pari solo a quella per le automobili: lutto nel mondo della Formula 1 che perde uno dei suoi volti più celebri.
Eddie Jordan è morto all'età di 76 anni, da tempo soffriva per un tumore aggressivo alla prostata e alla vescica.
"E' con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa di Eddie Jordan OBE, l'ex proprietario del team di F1, commentatore televisivo e imprenditore - la nota della famiglia -. Si è spento serenamente con i familiari al suo fianco a Città del Capo, dopo aver lottato negli ultimi 12 mesi contro una forma aggressiva di cancro".
Nonostante la malattia, che lui stesso aveva voluto rendere pubblica per sensibilizzare gli uomini a sottoporsi a controlli medici regolari, lo scorso anno Jordan aveva gestito il passaggio del celebre progettista Adrian Newey, di cui era diventato amico e manager, dalla Red Bull all'Aston Martin. Il suo ultimo impegno lavorativo nel circus automobilistico dove era entrato nel 1991, fondando la sua omonima scuderia.
Nato a Dublino, Jordan lavora alla Bank of Ireland quando rimane folgorato dalla velocità: pochi mesi dopo aver acquistato il suo primo kart, nel 1971 vince il campionato irlandese, il suo debutto nelle corse a cui fa seguito l'esperienza in Formula Ford (1974). Per il suo ingresso in Formula Uno bisogna attendere i primi anni '90, quando fonda la Jordan Grand Prix.
L'esordio del suo team coincide con quello al volante di Michael Schumacher, che nelle qualifiche del Gp di Spa-Francorchamps, dove non aveva mai guidato, incanta tutti facendo registrare il settimo miglior tempo. In gara il tedesco è costretto al ritiro al primo giro, ma il suo talento ormai è rivelato, e la Benetton di Flavio Briatore - con la complicità di Bernie Ecclestone - tempo qualche giorno lo strappa alla Jordan. Ron Dennis, all'epoca a capo della McLaren, simpatizza con Jordan: "Benvenuto nel club dei piranha".
Tra alti (rari) e bassi (molti), l'avventura in F1 della Jordan attraversa gli anni '90 (tra i suoi piloti anche Rubens Barrichello, Eddie Irvine e Damon Hill), ottenendo il suo miglior risultato di sempre nel 1998 con Hill primo e Ralf Schumacher secondo nel Gran Premio del Belgio. L'anno successivo, con Heinz-Harald Frentzen, sogna il mondiale, ma chiude al terzo posto, il miglior risultato di sempre. L'ultima vittoria Jordan è datata 2003, firmata da Giancarlo Fisichella nel Gp del Brasile del 2003, due anni più tardi il team è stato ceduto all'imprenditore russo-canadese Alex Shnaider nel 2005, cambiando diverse denominazioni fino all'attuale Aston Martin.
Negli ultimi anni era rimasto una presenza fissa nel paddock nelle vesti di commentatore, concedendosi di tanto in tanto qualche divagazione musicale, suonando la batteria in una band chiamata Eddie & The Robbers, in onore alla sua fama di uomo d'affari disinvolto.
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