BYD batte Tesla anche sulla ricarica.
Il colosso cinese di Shenzhen ha presentato l'innovativa 'BYD Super e-Platform' insieme alla tecnologia di ricarica ultraveloce da 1.000 kW, che promette di abbattere i tempi e di essere il doppio più potente rispetto all'ultima generazione di Supercharger V4 di Tesla da 500 kW, che la società di Elon Musk ha previsto di rendere operativa in Cina nel 2025.
Si tratta, nei piani del gruppo mandarino leader delle e-car, di un punto di svolta nella tecnologia dei veicoli elettrici. I picchi di potenza fino a 1.000 kW, in altri termini, sono stati pensati per ricaricare un pacco batterie da 100 kWh in circa 10 minuti, a fronte delle performance delle colonnine attuali che si fermano alla metà, a circa 500 kW.
Intanto in Europa Moody's declassa Volkswagen e boccia il gruppo tedesco che prova a rilanciare con 11 nuovi modelli proprio in Cina. Mentre e' crisi anche per Audi che taglia 7.500 posti ma annuncia 8 miliardi investimenti, grazie a un accordo tra azienda e sindacati che salva gli stabilimenti tedeschi del gruppo.
Nell'evento di presentazione della nuova ricarica di Byd, il colosso dell'auto cinese ha anche aperto i preordini per due nuovi modelli basati sulla Super e-Platform: la berlina Han L Ev (in vendita a partire da 270mila yuan, circa 37.500 dollari) e il Suv Tang L Ev (da 280mila yuan, circa 39.000 dollari), entrambi preannunciati a inizio gennaio e di recente inseriti nel registro del ministero dell'Industria e della Tecnologia dell'Informazione cinese (MIIT) di Pechino per poter avviare la vendita. Secondo i documenti ufficiali, i due modelli dispongono di un sistema a doppio motore: l'anteriore con una potenza massima di 230 kW e il posteriore di 580 kW. Con questa configurazione, la Han L Ev sarà in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in appena 2,7 secondi, mentre la Tang L Ev in 3,9 secondi.
BYD, infine, rafforza la sfida a Tesla anche in Europa per la produzione. Il gruppo cinese sta pensando di realizzare un nuovo impianto in Germania, che già ospita a Berlino la Gigafactory europea della rivale statunitense guidata da Elon Musk. Se il progetto andasse in porto, si tratterebbe del terzo stabilimento europeo di BYD dopo quelli programmati in Turchia e Ungheria.
La vicepresidente esecutivo della compagnia Stella Li, parlando all'inizio del mese, ha riferito che l'azienda stava valutando un terzo stabilimento nel prossimo per servire il mercato europeo, nel mezzo delle tensioni commerciali e dei dazi antisovvenzioni decisi da Bruxelles all'import delle e-car mandarine. Sull'opzione tedesca, tuttavia, penderebbero dubbi per gli elevati costi sia della manodopera (poco flessibile e a bassa produttività) sia dell'energia, dopo la decisione di Berlino di uscire dal nucleare. L'idea è comunque di prendere in considerazione l'Europa occidentale anche per una politica di marketing: il riconoscimento del brand e l'accettazione tra i clienti europei come produttore locale. C'è poi un altro requisito da rispettare: dopo i dazi europei Pechino ha chiesto alle sue società di non investire nei Paesi che li hanno sostenuti, come Francia e Italia.
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