di Angelo Di Mambro
Il biossido di titanio, usato da
decenni con la sigla E171 dall'industria alimentare come
sbiancante, secondo l'Efsa non si può considerare sicuro e
quindi la Commissione europea intende disporne il divieto.
E' stato il parare reso noto oggi dall'Autorità europea per la
sicurezza alimentare (Efsa) alla luce degli ultimi studi a
innescare questo il processo. "La Commissione proporrà agli
Stati membri il suo ritiro dall'elenco degli additivi alimentari
dell'Unione", ha detto all'ANSA un portavoce dell'Esecutivo Ue.
"Va tuttavia sottolineato, ha aggiunto lo stesso portavoce, che
l'Efsa non ha individuato alcun problema di salute immediato e
acuto", quindi "un adeguato periodo di transizione sarà discusso
con gli Stati membri per consentire una sostituzione della
sostanza ove necessario".
Ma si agirà presto, come chiesto oggi anche dalla ministra
tedesca dell'agricoltura Julia Kloeckner e dall'associazione dei
consumatori europei Beuc. "La Commissione europea deve proporre
subito agli Stati membri un divieto dell'E171 nell'Ue - dichiara
Camille Perrin di Beuc - e il fatto che i governi debbano
sostenerlo è una questione che non si pone nemmeno".
L'E171 è usato nelle vernici, nei cosmetici e in alcuni
medicinali. Ed è impiegato come sbiancante in dolci, gomme da
masticare e caramelle, prodotti da forno, brodi e salse per
bambini e neonati, creme spalmabili e frutta secca trasformata.
Autorizzato come colorante alimentare dagli anni Sessanta,
oggi può contenere fino al 50% di nanoparticelle. Nel 2016
l'Efsa aveva raccomandato di eseguire nuovi studi perché
mancavano dati per definire una dose giornaliera accettabile.
Nel 2019 sia l'Agenzia per la sicurezza alimentare francese
Anses che quella olandese Nvwa avevano confermato l'esistenza di
troppe incertezze. Nel 2020 la Francia lo ha vietato e nel 2021
ha prorogato la misura.
"Tenuto conto di tutti gli studi e i dati scientifici
disponibili, il biossido di titanio non può più essere
considerato sicuro come additivo alimentare", ha spiegato il
presidente del gruppo di esperti Efsa sugli additivi Maged
Younes. "Un elemento fondamentale per giungere a tale
conclusione è che non abbiamo potuto escludere timori in termini
di genotossicità connessi all'ingestione di particelle di
biossido di titanio".
Quindi, non ci sono prove definitive sul fatto che l'E171
sia capace di danneggiare il Dna delle cellule umane, ma non si
può escludere il rischio, perché "dopo l'ingestione
l'assorbimento di particelle di biossido di titanio è basso, ma
possono accumularsi nell'organismo", ha concluso lo studioso.
La valutazione formulata oggi dall'Agenzia Ue che ha sede a
Parma non riguarda le applicazioni di biossido di titanio in
prodotti per l'igiene personale come i dentifrici, nei
cosmetici, vernici e medicinali.
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