La dieta mediterranea come valido
alleato per la prevenzione dei tumori, un investimento per il
futuro.
Ne sono convinti Carmine Coppola, direttore dell'Uoc di
medicina interna dell'Ospedale San Leonardo di Castellammare di
Stabia, la deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda, Catello
Vitiello ex-parlamentare Iv, Maria Rosaria Boccia, presidente
Fashion Week Milano Moda, e lo chef stellato di Torre del
Saracino, Gennaro Esposito che hanno partecipato alla Camera
alla presentazione dello studio di Flavia Correale, medico
dietologo, endocrinologo e pediatra.
"Circa il 30% dei tumori può essere attribuito a abitudini
alimentari poco salutari. - ha spiegato Correale -. Migliorare
la dieta può ridurre del 70% il rischio di queste malattie
oncologiche".
Per Coppola "negli ultimi 20 anni sta emergendo il problema
delle malattie di fegato su base metabolica caratterizzate dalla
steatosi epatica. Colpisce oltre il 40% della popolazione, ma in
particolari condizioni si arriva al 90%. Una incidenza che
interessa anche le fasce più povere, che consumano i cosiddetti
cibi spazzatura perché meno costosi". Purtroppo "sono ancora in
tanti nel nostro Paese a non avere accesso al cibo di qualità. -
ha spiegato Gadda che con la sua legge Antispreco ha portato una
soluzione - "Attraverso la donazione di preziose eccedenze
alimentari è possibile rispondere a bisogni sociali crescenti".
Anche la preparazione degli alimenti può fare la differenza.
Esposito conosce l'arte di trasformare ingredienti sani "con
preparazioni e ricette dove i protagonisti sono gli ingredienti
che aiutano la prevenzione dei tumori della pelle.
L'alimentazione può essere una medicina preventiva e contribuire
al benessere psicofisico".
Non solo. "La dieta mediterranea - ha spiegato Gadda - è anche
un grande volano per turismo enogastronomico e le esportazioni
del made in Italy". Un modello, che coinvolge la medicina, la
ricerca e l'economia. Si stima, infatti, che con l'introduzione
della dieta mediterranea si potrebbero risparmiare il 21% delle
spese sanitarie, ridurre del 47 % le emissioni di CO2 relative
alla dieta e del 25% il consumo d'acqua per scopi alimentari,
per un risparmio di 740 euro all'anno per persona.
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