"Un nuovo genere di alimentazione è a
un passo. E il novel food non sarà in concorrenza con la carne
da allevamento, ma aprirà all'innovazione a tavola e alle diete
personalizzate, con produzioni commisurate al proprio fabbisogno
nutrizionale. La dieta del futuro sarà il cibo personalizzato".
E' quanto sottolineato dallo chef Guido Mori, direttore
didattico dell'Università della Cucina Italiana, che ha promosso
una degustazione di un prodotto, una sorta di vegan-carne,
stampato in 3D nella sede della Stampa Estera a Roma. Mori, che
ha competenze in chimica e in agricoltura, ha fatto chiarezza
sulle definizioni di "carne coltivata" e di "carne stampata". La
prima, prodotta da cellule staminali accresciute in un siero di
proteine in vitro (da vegetali, animali o insetti), replica il
Dna della cellula di partenza fino a ottenere la "bistecca". La
seconda viene "modellata" utilizzando stampanti 3D alimentari,
costruendo una gustosa "tagliata" fibra dopo fibra a partire da
proteine e grassi vegetali, soprattutto legumi, tipicamente
lenticchie, ed è oggi prodotta solo da due aziende al mondo, in
Spagna e in Israele.
"La definizione di 'carne sintetica' è fuorviante, in quanto
non c'è nessun processo di sintesi molecolare, ma solo un
cambiamento strutturale della materia di partenza - ha spiegato
Mori -. Oggi la tecnologia ci offre possibilità inedite di
elaborare le materie prime, creando forme e sapori finora
sconosciuti. Questo avviene da sempre nella storia dell'Uomo, si
pensi alla trasformazione del latte in formaggio, avvenuta 2.500
anni fa. Benché si possa cucinare in maniera simile, la carne
coltivata e stampata non sarà in competizione con quella da
allevamento - ha detto Mori -. Gli studi in materia dovranno
proseguire, ma la diffusione di queste pietanze potrà aprire
nuovi scenari dell'alimentazione, che sarà sempre più basata sul
cibo personalizzato. Le tecnologie cruelty free e a basso
impatto ambientale - nella carne stampata non ci sono ormoni,
antibiotici e emissioni di diossina - possono aiutare a trovare
nuovi prodotti e processi di filiera utili a garantire
un'alimentazione sicura e sana per tutti. La corsa a occupare il
mercato è già iniziata e restare indietro, per un paese leader
mondiale nel settore food come l'Italia, sarebbe l'ennesima
occasione persa".
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