Vivere con il diabete di tipo 1 se si è adolescenti o giovani è molto difficile: oltre a tutte le terapie da seguire, i due terzi si sentono vittima di stigma.
Una condizione che li spinge a trascurare le cure, rischiando di andare incontro a emergenze mediche, come una grave ipoglicemia o alti livelli di emoglobina glicata. Lo ha verificato uno studio della McGill University, pubblicato sul Journal of Medical Internet Research.
Il diabete di tipo I richiede un alto e complesso impegno di auto-cura e vigilanza, altrimenti si può andare incontro a perdite di coscienza e morte se si abbassano gli zuccheri e si rimane disidrati, o emergenze mediche legate agli alti livelli di zucchero nel sangue. Nel corso del tempo si rischiano cecità, lesioni renali, amputazioni, malattie cardiache e ictus, se non si gestisce la malattia in modo attento: un impegno costante che fa sentire i giovani e i ragazzi stressati, imbarazzati, oppressi da problemi di autostima, immagine, dedizione del proprio ruolo sociale e con i coetanei. Nello studio, attraverso i social media e con l'aiuto di Canada Diabete, centri diabetologici e organizzazioni, sono stati reclutati 300 ragazzi tra i 14 e 24 anni. Si è così creato un network virtuale di pazienti, dove i malati di diabete di tipo I possono parlare tra di loro delle proprie difficoltà e darsi consigli, come gestire gli zuccheri nel sangue con l'attività fisica o cosa portarsi in un'escursione. E' così emerso che i due terzi dei partecipanti allo studio hanno riferito di sentirsi stigmatizzati, più le femmine dei maschi. "Anche se il diabete di tipo 1 non è 'colpa' della persona e non è legato ai suoi comportamenti o scelti, i giovani a cui viene diagnosticato soffrono di un forte stigma - commenta Kaberi Dasgupta, uno dei ricercatori - I programmi di sensibilizzazione pubblica dovrebbero promuovere supporto e resilienza verso i pazienti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA