Assumere integratori a base di olio di pesce, ricco in acidi grassi omega 3, non ha benefici nel proteggere le persone con diabete dall'andare incontro a infarti e ictus. A è uno studio presentato all'ESC, il Congresso della Società Europea di Cardiologia, in corso a Monaco.
Lo studio, pubblicato nel New England Journal of Medicine, ha esaminato, tra il 2005 e il 2011, 15.480 pazienti con diabete ma nessuna storia di malattia cardiovascolare. I ricercatori dell'Università di Oxford, nel Regno Unito, li hanno assegnati in modo casuale a un gruppo che ha assunto supplementazione di olio di pesce (1 grammo al giorno) o un gruppo che ha assunto placebo. Durante una media di 7,4 anni di follow-up, un primo evento vascolare grave, come attacchi cardiaci e ictus o ischemie non fatali, si è verificato in 689 (8,9%) partecipanti che avevano assunto l'integratore e 712 (9,2%) di quelli che avevano assunto placebo: in sostanza non c'era differenza significativa. "Il nostro ampio trial randomizzato a lungo termine mostra che non vi è alcuna giustificazione per raccomandare supplementi di olio di pesce per proteggere contro eventi cardiovascolari i diabetici", spiega Louise Bowman, ricercatrice principale. Questo dato negativo in realtà non sorprende gli esperti. "Anche se alcuni recenti studi avevano dimostrato un possibile beneficio legato alla supplementazione con queste sostanze, la maggioranza dei dati pregressi faceva fortemente dubitare un concreto beneficio", spiega Agostino Consoli, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia (Sid). Comunque, anche se i risultati scoraggiano in maniera definitiva l'utilizzo degli acidi grassi Omega 3 come supplemento alimentare, sottolinea, "non negano i vantaggi di una dieta nella quale il consumo di pesce sia privilegiato, specie quando questo comporti una riduzione del consumo dei grassi saturi contenuti nella carne o nei formaggi". E' importante ricordare, conclude Consoli, "che un controllo accurato della glicemia, del colesterolo e della pressione arteriosa, hanno invece dimostrato di ridurre significativamente nelle persone con diabete il rischio cardiovascolare".
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