Il diabete è un fattore di rischio e di aggravamento della prognosi di Covid-19. A dirlo è uno studio cinese condotto dal Tongji Medical College e dalla Huazhong University of Science and Technology di Wuhan che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Diabetes/Metabolism Research and Reviews.
I pazienti affetti da Covid-19 e diabete, infatti, hanno avuto valori più elevati di alcuni indici coagulativi e marcatori infiammatori, tra cui l'interleuchina-6 e la proteina C reattiva rispetto ad altri pazienti, positivi come loro al Covid-19 ma senza diabete.
Gli studiosi cinesi hanno notato come i pazienti con diabete fossero esposti a un rischio più elevato di polmonite grave, di eccessive risposte infiammatorie e di uno stato di ipercoagulabilità (dunque, a una condizione che porta all'eccesso di coagulazione del sangue) che potrebbero essere legati ad una cattiva regolazione del metabolismo del glucosio.
"E' il primo studio che valuta le caratteristiche biochimiche dei pazienti con diabete positivi al Covid-19 - spiega Paolo Pozzilli, direttore di Endocrinologia e Diabetologia del Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma ed editor in chief della stessa rivista - Ciò che emerge è molto utile perché i pazienti con diabete presentano un'infiammazione più pronunciata degli altri e, dunque, potrebbero essere oggetto di terapie più mirate volte a contenere lo stato infiammatorio sistemico. Porre la giusta attenzione a questa problematica significa migliorare la prognosi".
La ricerca di Wuhan è stata commentata sulla stessa rivista da Ernesto Maddaloni e da Raffaella Buzzetti, del dipartimento di Medicina Sperimentale dell'Università Sapienza di Roma, sottolineando inoltre che "l'enzima attraverso cui il virus entra nelle cellule delle vie respiratorie è espresso anche nel pancreas e nel fegato".
Pertanto, precisano come sia necessario "monitorare le conseguenze a lungo termine dell'infezione da Covid-19". "Diabete e Covid-19 - concludono - rappresentano due pandemie con caratteristiche diverse, principalmente a causa della presentazione (una acuta, l'altra cronica) e trasmissione (una trasmissibile, l'altra non trasmissibile), che tuttavia sembrano essere più interconnesse di quanto si pensasse in precedenza".
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