Il 45% degli adulti europei afferma
di non praticare sport e una persona su tre ha livelli
insufficienti di attività fisica. Mentre fare attività fisica
per 150 minuti a settimana eviterebbe in Europa 3,8 milioni di
casi di malattie cardiovascolari; un milioni di casi di diabete
di tipo 2; oltre 400.000 casi di tumori. Sono questi i numeri
che hanno portato al protocollo d'intesa per la promozione di
stili di vita sani, siglato al Foro Italico tra Coni,
Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e la Federazione
Società Scientifica di Diabetologia (costituita da Società
Italiana di Diabetologia, Sid, e Associazione Medici
Diabetologici, Amd).
Cooperare a progetti specifici per promuovere l'attività
sportiva, fisica e motoria come strumento di prevenzione;
sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto a malattie come
diabete e obesità; favorire la pratica sportiva di persone con
diabete e con obesità: sono alcuni degli obiettivi previsti.
"Circa 23 milioni di concittadini - dichiara il presidente della
Sid, Angelo Avogaro - sono in sovrappeso e il 12% è obeso. Oggi
diabete, malattie cardiovascolari, obesità e tumori sono legate
all'ambiente urbano, in cui l'esercizio fisico è più sporadico
mentre prevalgono spostamenti in auto o con i mezzi pubblici".
"L'adozione di sani comportamenti alimentari e il contrasto
della sedentarietà -aggiunge Graziano Di Cianni, presidente
dell'Amd - rappresenta un pilastro imprescindibile per la
riduzione dell'incidenza delle malattie croniche non
trasmissibili. In quest'ottica, preoccupa il dato sull'aumento
dell'obesità infantile che colpisce il 10% dei bimbi di questi,
oltre 150mila sono obesi gravi". "Il nostro impegno comune dovrà
mettere in campo azioni e attività a tal punto efficaci da
essere in grado di invertire la tendenza dei dati, purtroppo
ancora negativi", dichiara Roberto Pella, presidente
dell'Intergruppo Parlamentare "Obesità e Diabete". Particolare
attenzione nel protocollo, viene data alla lotta allo stigma nei
confronti delle persone con diabete, ai quali è precluso ancora
oggi l'accesso ai gruppi sportivi militari.
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