Nonostante i grandi progressi tecnologici nel trattamento del diabete, in Italia solo il 43% delle persone con tipo 1 usa il sensore di glicemia, e solo il 22% il microinfusore di insulina. "Siamo nettamente sotto la media dei Paesi europei occidentali, dove l'utilizzo del microinfusore si attesta intorno al 45%. Nel diabete di tipo 2 l'impiego della tecnologia è ancora bassissimo, intorno all'1%", spiega Dario Pitocco, associato di Endocrinologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore Uosa Diabetologia Fondazione Policlinico Gemelli Irccs.
Pitocco, in vista della Giornata mondiale del diabete del 14 novembre, sottolinea tuttavia come negli ultimi anni il diabete sia passato da patologia orfana di terapia a condizione cronica ben gestibile: "Tecnologie avanzate e algoritmi matematici che fanno dialogare tra loro sensori e microinfusori hanno consentito a tante persone con diabete di tipo 1 di migliorare significativamente il proprio compenso metabolico", quindi la qualità di vita, proteggendoli da complicanze quali "retinopatia, insufficienza renale terminale, amputazioni, eventi cardio-vascolari". Ancora serve "l'intervento del paziente al momento dei pasti", attraverso cui però è possibile mantenere "valori di glicemia all'interno del range fisiologico di 70-140 mg/dl per buona parte della giornata".
Tecnologia asso nella manica per le persone con diabete tipo 1, la cui vita fino agli '90 poteva essere stravolta dagli episodi di ipoglicemia, ma anche per chi convive con il tipo 2 e necessita di terapia insulinica (il 30/40% delle persone con diabete, generalmente in età più avanzate. "Il cardine della rivoluzione è stato il sensore", evidenzia Pitocco. "Si indossa tutto il giorno e permette di vedere tutto il 'film' della glicemia nel corso delle 24 ore". Poterlo mettere in comunicazione con il microinfusore "ha abbattuto il numero degli episodi di ipoglicemia. Ora l'obiettivo è garantire un controllo glicemico ottimale H24. Nel prossimo futuro, ci aspettano sistemi sempre più smart che, aiutati dall'intelligenza artificiale, renderanno sempre più vicina al fisiologico la somministrazione di insulina". Soluzioni ancora poco adottate, a causa della scarsità "del personale dedicato al trattamento 'tecnologico' del diabete" e di quello "specializzato nel counselling e nell'impiego" di tali strumenti, conclude Pitocco.
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