Al via uno studio clinico che potrebbe trasformare il trattamento del tumore al colon, con l'obiettivo di renderlo personalizzato. Si chiama Sagittarius, è sostenuto dal programma Horizon Europe dell'Unione Europea, ed è partito con il reclutamento dei i primi 6 pazienti. Nelle ricerche sarà utilizzata la biopsia liquida, un approccio innovativo per la medicina di precisione: si tratta di un test innovativo che rileva nel sangue dei pazienti la presenza di Dna tumorale. L'obiettivo è offrire ai pazienti operati per un cancro del colon (di stadio II ad alto rischio e stadio III operabile) una terapia più mirata alle caratteristiche molecolari della loro malattia. In tal modo, i risultati ottenuti da Sagittarius potrebbero contribuire a migliorare l'efficacia dei trattamenti contro questo tipo di tumore, insieme alla qualità della vita dei pazienti e ai costi sanitari rispetto a quanto avviene oggi.
"La partecipazione dei primi 6 pazienti - ha commentato Silvia Marsoni (Ifom), coordinatrice scientifica del progetto che coinvolge 7 partner in 5 Paesi europei e una rete di oltre 20 centri clinici tra Italia, Spagna e Germania - segna l'inizio di un percorso che potrebbe portare a nuove e migliori opzioni di trattamento per milioni di persone. Questo è solo il primo passo verso risultati che potrebbero cambiare radicalmente la qualità della vita dei pazienti con tumore al colon". Coordinatore e sponsor del progetto Sagittarius è l'Istituto di Oncologia Molecolare - Ifom (Italia), affiancato da Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro (Italia), dall'Hospital del Mar Research Institute di Barcellona (Spagna), dall'Università Bocconi (Italia) e da numerosi altri partner. L'Ospedale Niguarda fa parte della rete clinica di Sagittarius e sarà tra i primi a coinvolgere i pazienti che aderiranno alla sperimentazione. Un compito importante, dal momento che "nella Regione Lombardia i casi di tumore del colon-retto annuali stimati sono circa 7.000".
Sagittarius sfrutta la biopsia liquida per valutare la presenza o meno di micrometastasi dopo la chirurgia e per valutare se, analizzando le caratteristiche dei tumori dei pazienti con tumore al colon, sia possibile personalizzare la gestione e la terapia dei pazienti con tumore al colon di stadio II ad alto rischio e di stadio III operabile su due fronti: da un lato, evitando la chemioterapia in chi potrebbe non averne bisogno, e dall'altro sostituendo alla chemioterapia altri trattamenti biologici e immunologici in base alle caratteristiche molecolari del tumore. Lo studio Sagittarius coinvolge una rete di 26 centri clinici europei e prevede di reclutare circa 700-900 pazienti in Spagna, Germania e Italia.
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