(di Elida Sergi) "Mi rivolgo alle mamme e ai papà: il vaccino per la polio va fatto. Non bisogna neppure pensarci. Non sono belli i bambini in sedia a rotelle. Non è detto che la polio non torni, e se torna potrebbe tornare in una forma più virulenta". A rivolgere questo appello e' la signora Maria Grazia Rigli, tecnica di laboratorio all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze ora in pensione che ha avuto la poliomielite a 25-26 mesi di vita e che ancora oggi porta su di se' le pesanti conseguenze della malattia: ha una gamba, quella sinistra, più corta di cinque centimetri rispetto alla destra. Deve portare scarpe ortopediche e nel tempo ha dovuto mettere una protesi alla gamba destra, troppo affaticata.
Non solo: Maria Grazia da piccola e anche da adulta ha sofferto molto. È stata sottoposta alle poche terapie previste all'epoca per la malattia, per lo più a base di vitamine (in particolare quellA b6) l'hanno tenuta a lungo separata dalla mamma durante le cure e probabilmente,da quello che ha potuto ricostruire, anche in un polmone d'acciaio, una sorta di respiratore artificiale antenato di quelli moderni. Era il 1954, in piena estate, a luglio, quando i sintomi si sono manifestati. Maria Grazia, 25-26 mesi, si trovava a casa della nonna in una frazione di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo.
"Avevo la febbre, poi sono caduta. La nonna mi ha portato subito dalla mamma che a sua volta mi ha portato dal medico. Era una domenica, lui all'inizio era infastidito dal disturbo ma poi ha capito che qualcosa non andava. Ha fatto subito la diagnosi e sono andata all'ospedale pediatrico Meyer, dove sono rimasta un mese, e poi in riabilitazione all'ospedale ortopedico in piazzale Michelangelo a Firenze". Il vaccino per la prima fase della polio, quella che comporta uno stato febbrile allora c'era, ma non era abitudine diffusa somministrarlo. "Sono sempre andata avanti nella mia vita- prosegue- ho provato sempre a stimolare altre mie qualità per raggiungere il massimo. Ma non è stato facile subire gli sguardi, mi dava molta noia l'ignoranza, per fortuna sul lavoro con caparbietà sono riuscita a farmi accettare. Ho visto persone, bambini, stare malissimo. Penso a una bimba di cui ricordo solo il nome, Rossella, che mi piacerebbe ritrovare se è viva e che in ospedale mettevano in un girello di legno insieme a me e altri bambini. Questa tra l'altro è una malattia subdola che può anche non manifestarsi con sintomi evidenti". Oggi Maria Grazia e'attiva nell'associazionismo, si è legata in particolare all'"Associazione italiana disabili motori", che fa capo all'ospedale di Malcesine, l'unico di riferimento oggi per la polio in Italia. "La regione - conclude - ha detto che non lo chiuderà fino quando rimarrà in vita l'ultimo malato di polio, io mi auguro che non ci siano più giovani".
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