Il vaccino contro il morbillo è
l'unica arma per prevenirne la panencefalite sclerosante
subacuta, una malattia che colpisce bambini e giovani
adolescenti, causata dall'infezione persistente del virus del
morbillo e in cui i nervi e il tessuto cerebrale degenerano, in
genere con esiti mortali. La conferma arriva da uno studio
condotto dai ricercatori del Laboratorio Nazionale di
Riferimento per il morbillo e la rosolia dell'Istituto Superiore
di Sanità, in collaborazione con l'ospedale pediatrico Bambino
Gesù di Roma.
L'incidenza di panencefalite sclerosante subacuta nel
mondo varia notevolmente, da circa 0,2 a 40 casi per milione di
popolazione all'anno, a seconda del tasso di vaccinazioni contro
il morbillo e si riduce dell'82-96% nei paesi che hanno
raggiunto maggiore copertura. Lo studio, pubblicato sulla
rivista Viruses, ha descritto i casi di 4 bambini maschi tra i 3
e i 16 anni, che avevano contratto il morbillo da piccoli e, a
distanza di anni, hanno sviluppato la panencefalite sclerosante
subacuta. Quest'ultima, infatti, è caratterizzata da una latenza
molto lunga (varia da 1 mese a 27 anni) e insorge media 12 anni
dopo l'infezione. In un caso, il morbillo era stato contratto
all'età di 3 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino,
che come noto protegge solo il 95% degli immunizzati. Negli
altri tre casi, la malattia si è manifestata a distanza di 3-5
anni dall'infezione naturale da morbillo, che era stata
contratta tra i 14 giorni e gli 11 mesi di età, prima della
vaccinazione.
I dati di uno studio presentato a Lisbona al Congresso
Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive 2022,
mostrano che la copertura media delle vaccinazioni anti-morbillo
in Europa raggiunge appena il 91% allontanandosi dal 95%, il
tasso minimo necessario a raggiungere l'obiettivo di
eliminazione. "La pandemia ha causato un abbassamento delle
coperture per numerose malattie, incluso il morbillo - afferma
Fabio Magurano responsabile della rete nazionale dell'European
Measles and Rubella Laboratory Network (LabNet) dell'Oms -.
Quindi, ora più che mai, è necessario sostenere il
raggiungimento delle coperture vaccinali".
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