E' presente nel 50% degli anziani
ospedalizzati, e colpisce fino all'80% in presenza di malattie
neurodegenerative, e fino al 13% della popolazione generale over
65: è la disfagia orofaringea, ossia la difficoltà a deglutire,
condizione clinica in costante aumento e poco riconosciuta e
trattata. Se ne è parlato in un focus al 6/o congresso della
Società Italiana di Nutrizione Clinica (Sinuc). "Come
nutrizionisti clinici - ha dichiarato il Professor Maurizio
Muscaritoli, presidente Sinuc - era centrale dedicare
all'argomento una sessione del congresso. Una adeguata presa in
carico e un corretto trattamento permettono non solo di
diminuire la mortalità dei pazienti anziani, ma anche di
migliorare la qualità di vita percepita".
La difficoltà nel deglutire può causare stati d'animo
negativi quali disagio, ansia, depressione e isolamento sociale
e portare a malnutrizione, disidratazione e perdita di massa
muscolare. Ma le complicanze non si limitano a questo, perché
una diminuzione della sicurezza della deglutizione nel garantire
la chiusura delle vie respiratorie al passaggio di liquidi o
solidi, con conseguente rischio di aspirazione
tracheo-bronchiale, polmonite e morte evitabile.
La deglutizione del bolo alimentare è un atto involontario
che avviene circa 150 volte nelle 24 ore, mentre la deglutizione
della saliva si verifica ogni 30 secondi, durante la veglia, e
ogni minuto nel sonno: vale a dire circa 1600-2000 volte nelle
24 ore. E' inoltre estremamente complesso svolto da due sistemi
che lavorano in sinergia: il sistema respiratorio e il tratto
digestivo superiore composto da cavo orale, faringe ed esofago.
Fondamentale è riconoscere i campanelli di allarme che
mettono a rischio di malnutrizione. "E' importante che il
paziente o chi lo assiste, sia esso un familiare o un sanitario,
ponga attenzione ad alcuni campanelli d'allarme, che indicano il
probabile e il potenziale rischio di passaggio di piccole
quantità̀ di alimenti nelle vie aeree - ha spiegato il Dottor
Paolo Orlandoni, direttore Uosd Nutrizione Clinica Irccs-Inrca
di Ancona e membro del direttivo Sinuc -. Per modificare la
consistenza degli alimenti proposti e raggiungere la densità̀
più sicura per la deglutizione, si possono utilizzare additivi
naturali e/o artificiali, come addensanti, diluenti e
lubrificanti".
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