ROMA - Sono 8 milioni gli italiani che usano l'omeopatia almeno una volta all'anno. E tra di loro vi sono anche molti bambini, visto che quasi un pediatra su tre ha prescritto prodotti omeopatici almeno una volta. Sono i dati diffusi in occasione dell'ultima Giornata mondiale dell'Omeopatia, il 10 aprile scorso, che tra l'altro hanno registrato un primo importante calo nei consumi dopo anni di crescita. L'omeopatia viene usata soprattutto per riniti, raffreddori, influenze (63,6%), dolori articolari o muscolari (30,4%), allergie e problemi all'apparato respiratorio (21,8%). Secondo un'indagine Emg-Acqua condotta nel 2016, oltre la metà degli utilizzatori ha un'istruzione superiore e ha iniziato su consiglio del farmacista (22,6%), di parenti e amici (21,7%), del medico generico (15,3%), dello specialista (14,1%). Per l'omeopatia, però, il 2016 è stato un 'anno nero', con perdite per oltre 15 milioni di euro. Il mercato italiano, che è il terzo in Ue dopo Francia e Germania, nel 2016 ha registrato per la prima volta dopo anni di crescita un calo del 7,4% dei prodotti venduti e del 4,8% del fatturato, quest'ultimo passato dai 300 milioni annui del 2015 ai 285 del 2016.
Secondo Omeoimprese, l'associazione che riunisce le imprese italiane produttrici di medicinali omeopatici, il calo è stato principalmente una conseguenza "burocratica" della consegna all'Agenzia del Farmaco (Aifa) delle domande di rinnovo dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (Aic), la cui scadenza del termine ultimo è previsto per il 30 giugno 2017. Oggi sono circa 13.000 i medicinali omeopatici sul mercato ma a seguito dei dossier di registrazione richiesti da Aifa "ne resteranno non più di 5.000/6.000 - rileva Omeoimprese, che si batte per ottenere una proroga della scadenza -. Le imprese hanno cominciato a ritirare i prodotti per i quali non intendono rinnovare le autorizzazioni, una procedura onerosa e complicata".
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