Le donne sieropositive che stanno pensando ad una gravidanza non devono usare l'antivirale dolutegravir (venduto anche in Italia), perché sembra aumentare il rischio per i bambini di difetti al tubo neurale, come la spina bifida. L'avviso arriva dall'Agenzia europea del farmaco (Ema), che sta valutando i risultati preliminari di uno studio, che ha individuato 4 casi di spina bifida nei bambini nati da madri che prendevano questo farmaco al momento del concepimento.
Il dolutegravir è autorizzato in Europa dal 2014 e viene venduto anche in Italia con il nome di Tivicay e, in combinazione con lamivudina e abacavir, come Triumeq. Non cura l'infezione da hiv ma può ritardare i danni prodotti al sistema immunitario e l'insorgenza di infezioni e malattie legate all'aids. Lo studio da cui emergono i rischi è stato condotto in Botswana sui bambini nati da 11.558 donne sieropositive, e ha mostrato che lo 0,9% dei bambini (4 su 426), le cui madri sono rimaste incinta mentre assumevano dolutegravir, avevano un difetto del tubo neurale, rispetto allo 0,1% dei bambini (14 di 11.173) le cui madri hanno preso altri medicinali per l'hiv. I risultati finali sono attesi tra circa un anno. Nell'attesa delle nuove valutazioni, l'Ema raccomanda alle donne che pianificano una gravidanza di non assumere dolutegravir, e a quelle in età fertile che lo stanno prendendo di usare un contraccettivo efficace.
Se si è incinta e si sta assumendo il farmaco, bisogna consultare il medico, ma non interromperlo senza prima averne parlato con lui, in quanto ciò potrebbe danneggiare lei e il feto. La raccomandazione per gli operatori sanitari nell'Unione europea è dunque di non prescrivere dolutegravir alle donne in età fertile che pianificano una gravidanza, ed escludere la gravidanza prima di iniziare il trattamento con questo prodotto nelle donne in età fertile. Se la gravidanza è confermata nel primo trimestre e la donna sta prendendo il dolutegravir, bisogna passare ad un trattamento alternativo.
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