Numeri da record per l'autotrapianto di staminali del sangue contro mieloma multiplo e linfomi: sono oltre 3.000 le procedure eseguite in Italia nel 2018, il massimo da quando il trattamento è stato introdotto negli anni Novanta, e pari a circa il 15% di tutte le procedure fatte in Europa. A garantire questa posizione d'avanguardia al nostro Paese è la combinazione del trapianto con nuovi farmaci intelligenti, sempre più efficaci e sicuri, che permettono di estendere il trattamento anche a pazienti anziani e compromessi.
Lo dicono gli esperti riuniti a convegno da Sanofi Genzyme (divisione specialty care di Sanofi) per fare il punto sul presente e il futuro dell'autotrapianto.
La procedura si basa sull'utilizzo delle cellule staminali dello stesso paziente, che vengono fatte migrare dal midollo osseo al sangue periferico per essere poi prelevate: una volta reinfuse, vanno ad abitare il midollo precedentemente trattato e 'svuotato' dalla chemioterapia ad alte dosi in modo da produrre nuove colonie di cellule sane. "Oggi possiamo offrire la procedura terapeutica a pazienti più gravi e più anziani rispetto a dieci anni fa, perché c'è stata una progressiva e significativa riduzione della tossicità complessiva del percorso di trapianto dovuta a due fattori: la riduzione della tossicità dei chemioterapici e l'avvento di nuovi farmaci contro le infezioni, che rappresentano la principale causa di gravi complicazioni", spiega Fabio Ciceri, neo presidente del Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare (Gitmo). "Degli oltre 3.000 autotrapianti eseguiti l'anno scorso in Italia, quasi il 58% ha riguardato pazienti con mieloma multiplo", spiega Massimo Martino, dell'Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morello di Reggio Calabria. "Grazie alla combinazione con nuovi farmaci come anticorpi monoclonali e terapie a bersaglio, che hanno meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia, la sopravvivenza è migliorata in modo clamoroso, impensabile fino a 10 anni fa". "L'introduzione dei nuovi farmaci ha portato a un vero cambio di paradigma nel trattamento del mieloma multiplo", aggiunge Michele Cavo, del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna. "La sopravvivenza a 10 anni è aumentata del 60%, raggiungendo valori tre volte superiori a quelli che avevamo prima con la chemioterapia".
Risultati importanti sono stati ottenuti anche nella lotta ad alcune tipologie di linfoma, per cui l'autotrapianto rappresenta un trattamento di seconda linea: "la procedura, però, rischia di non essere risolutiva quasi nel 50% dei casi", ricorda Paolo Corradini dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano. "Oggi possiamo ridurre l'incidenza delle recidive grazie alle nuove terapie di consolidamento post-trapianto basate su anticorpi monoclonali, mentre sono allo studio nuove molecole immunomodulanti che cercano di stimolare il sistema immunitario compromesso dalla malattia e dalla chemio".
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