Scoperti in uno studio sul Dna di oltre
10 mila individui geni che proteggono dall'Alzheimer e che
potrebbero suggerire la strada per lo sviluppo di nuovi farmaci
contro la malattia. È il risultato di uno studio pubblicato
sugli Annals of Human Genetics, e condotto da scienziati della
Università College di Londra. Gli esperti hanno confrontato il
Dna di circa 5 mila individui con l'Alzheimer e altrettanti
individui sani. È emerso che nel Dna di questi ultimi sono più
comuni delle varianti genetiche (mutazioni) a carico dei geni
delle 'tirosin-fosfatasi'. Si tratta di enzimi già studiati in
modelli animali di malattia di Alzheimer. Quando le
tirosin-fosfatasi funzionano meno le cellule nervose risultano
protette dalla neurodegenerazione. Secondo gli esperti, dunque,
sviluppando farmaci che mimino l'azione di queste mutazioni
protettive si potrebbe proteggere il cervello dalla malattia
negli individui che non hanno la fortuna di possedere questi
geni protettivi.
Infine gli esperti hanno anche evidenziato un gene che aumenta
il rischio di Alzheimer; si tratta del gene C1R, già noto per
essere collegato a una rara malattia genetica (sindrome di
Ehlers-Danlos) che si manifesta anche con una grave forma di
malattia gengivale (parodontite grave a esordio nella pubertà).
Non a caso, concludono gli autori dello studio, diversi lavori
di recente hanno evidenziato un aumentato rischio di Alzheimer
in presenza della comune parodontite. Anche la scoperta del
coinvolgimento di questo gene potrebbe orientare verso lo
sviluppo di nuove cure anti-demenza, concludono.
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