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Anche in punto di morte il cervello continua a 'sentire'

Anche in punto di morte il cervello continua a 'sentire'

Studio, malati pur incoscienti, odono suoni e parole loro dette

ROMA, 10 luglio 2020, 10:51

Redazione ANSA

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Identificate le aree del cervello che èermettono di ricostruire i ricordi con precisione (fonti: Jeon Sang-O e chiplanay/Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Identificate le aree del cervello che èermettono di ricostruire i ricordi con precisione (fonti: Jeon Sang-O e chiplanay/Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Identificate le aree del cervello che èermettono di ricostruire i ricordi con precisione (fonti: Jeon Sang-O e chiplanay/Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche quando si è ormai in punto di morte e non si risponde più agli stimoli esterni, sembrando inerti e passivi, il nostro cervello continua a sentire le parole e i suoni che arrivano dall'esterno: l'udito è infatti l'ultimo dei cinque sensi a spegnersi. Lo dimostra uno studio dell'università della British Columbia, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto sui malati di un hospice di Vancouver quando erano ancora coscienti e sugli stessi quando non lo erano più.

Usando l'elettroencefalogramma, i ricercatori guidati da Elizabeth Blundon hanno confrontato i dati di questi pazienti con quelli di persone sane. "Nelle ultime ore prima di una morte naturale imminente, molte persone entrano in una fase di non responsività - spiega Blundon - I nostri dati mostrano che un cervello morente riesce ancora a rispondere al suono, anche in uno stato di incoscienza, fino alle ultime ore di vita". I ricercatori hanno usato diversi tipi di suoni, comuni e più rari, a frequenze diverse. E' stata così monitorata la risposta cerebrale con l'elettrocardiogramma, rilevando che alcuni pazienti, anche a poche ore dalla loro dipartita, rispondevano in modo simile a quelli giovani e sani. "Abbiamo potuto identificare degli specifici processi cognitivi in entrambi i gruppi - aggiunge Lawrence Ward, uno dei ricercatori - rilevando che anche il cervello dei pazienti, che non rispondevano più, reagiva in modo simile a quello degli altri partecipanti allo studio".

Questa ricerca dà credito a quanto "già rilevato nell'esperienza lavorativa da medici e infermieri di hospice, secondo cui i suoni delle persone care danno conforto a chi se ne sta andando", aggiunge Gallagher. Tuttavia i ricercatori non hanno potuto confermare che le persone sono coscienti di ciò che sentono. "Non possiamo sapere se stanno ricordando, identificando la voce o capendo il linguaggio - conclude - pur rispondendo allo stimolo uditivo. L'idea però è che dobbiamo continuare a parlare alla gente quando sta morendo perchè qualcosa accade nel loro cervello".
   

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