In vista dell'inserimento dei test
antigenici rapidi accanto ai test molecolari, si apre il
problema delle modalità con cui verranno considerati nel calcolo
totale: lo rileva il fisico Giorgio Sestili, fondatore e
curatore della pagina Facebook 'Coronavirus-Dati e analisi
scientifiche' e del sito 'giorgiosestili.it'.
"Il punto - osserva - è che in realtà non sappiamo quanti
test vengano realmente effettuati dalle Regioni. Alcune, come
Veneto e Lazio, hanno puntato sui test rapidi, probabilmente a
scapito dei molecolari, ma se gli antigenici non vengono
conteggiati è impossibile avere un quadro chiaro dell'epidemia.
Bisogna accelerare sul fatto di inserire tamponi antigenici nel
computo totale, se ne discute a livello nazionale". Si tratta di
capire se i due test dovranno essere separati in due colonne
diverse tuttavia, secondo Sestili, "quello che avverrà è che chi
risulta positivo con il test rapido non dovrà fare il tampone
molecolare, ma ci sarà comunque un totale che ci permette di
capire la reale capacità di fare screening in Italia".
A questo proposito, una buona proposta potrebbe essere
utilizzare i test rapidi come screening di massa nelle scuole.
Servirebbero inoltre direttive chiare sul fatto che le farmacie
facciano solo test di terza generazione, perché con una
sensibilità maggiore e paragonabile a quella dei molecolari
soprattutto nella prima settimana di infezione.
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