Negli ultimi 11 mesi i laboratori clinici dei vari paesi europei hanno aumentato enormemente la loro capacità di lavoro e ritengono di poter fare test in modo sufficiente per i prossimi mesi.
Molti paesi stanno aggiungendo anche i test rapidi antigenici oltre ai tamponi per rilevare il virus SarsCov2, per ridurre il carico di lavoro e la pressione sui laboratori.
Tuttavia alcune delle principali difficoltà
emerse all'inizio della pandemia, quali la carenza di reagenti e
risorse umane, continuano ad esserci. E' quanto emerge dalla
mappatura dei laboratori condotta dal Centro europeo per il
controllo delle malattie (Ecdc).
Si tratta della quarta rilevazione sui laboratori europei
dall'inizio della pandemia. Per farla un questionario è stato
inviato lo scorso 25 novembre a 29 stati membri e al Regno
Unito. Al 7 dicembre sono arrivate le risposte di 19 laboratori,
anche di riferimento nazionale, di 16 stati. E' così emerso che
la maggior parte dei laboratori (75-100%) riesce a dare i
risultati dei tamponi nel giro di 24 ore. Sei paesi hanno
aggiornato la loro definizione di casi, includendo anche i
risultati ottenuti con i test rapidi antigenici. Quanto ai
problemi affrontati, a marzo 2020 molti laboratori segnalavano
la carenza di materiali, risorse umane e una limitata capacità
di poter conservare i campioni per analisi successive. Problemi
che continuano ad esserci. La mancanza di personale formato è un
problema costante, visto che molto del lavoro di laboratorio va
fatto manualmente. La formazione delle nuove risorse va fatta
dallo staff esistente e ciò quindi rallenta la risposta. Per far
fronte alla carenza di reagenti e test è stato attivato
l'acquisto congiunto per gli stati membri.
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