Grazie a un anticorpo monoclonale si
può bloccare lo sviluppo delle metastasi alle ossa del tumore al
seno. E' il risultato raggiunto da uno studio internazionale
pubblicato sulla rivista scientifica Oncogene, che è stato
condotto dal Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e
dall'Inserm di Lione grazie anche al lavoro dei gruppi di
ricerca dell'Institut Curie di Parigi e dell'Università di
Amburgo.
Il team di ricerca ha identificato la proteina integrina
alfa5 come uno dei fattori maggiormente coinvolti nei processi
di metastatizzazione ossea. Questi processi possono essere
responsabili della comparsa di recidiva anche a distanza di anni
dalla fine dei trattamenti chirurgici e adiuvanti.
Gli studiosi hanno notato come l'anticorpo monoclonale
Volociximab arrivi a bloccarne l'azione della proteina.
L'elevata efficacia del Volociximab nell'inibire la formazione
di metastasi ossee è stata dimostrata prima su modelli in vitro
e poi in vivo, nei laboratori di Oncologia traslazionale
dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e dell'Inserm di
Lione.
"La proteina integrina alfa 5 - spiega Francesco Pantano
dell'Unità di Oncologia medica del Policlinico Universitario
Campus Bio-Medico - è il 'gancio' con cui la cellula tumorale si
lega alla fibronectina, che è altamente presente nel
microambiente osseo. Questo 'aggancio', il primo evento che
porta allo sviluppo delle metastasi, viene bloccato dal
Volocixamab che si frappone alle due molecole e ferma la
propagazione del tumore nell'osso. Il risultato è molto
promettente anche perché il farmaco è sicuro, è già stato
testato e non è tossico".
Nel 2020 il tumore al seno ha colpito in Italia quasi 55.000
persone. Sebbene la mortalità per tumore al seno sia in costante
calo (-0,8 ogni anno) e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi
abbia raggiunto l'87 per cento, secondo i dati Aiom si stimano
ancora nel 2020 circa 12.300 decessi per questa malattia.
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