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Covid: geni e ormoni cause della maggior mortalità maschile

Covid

Covid: geni e ormoni cause della maggior mortalità maschile

La conferma viene da uno studio della Yale University

ROMA, 26 gennaio 2021, 14:03

Redazione ANSA

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Covid: geni e ormoni cause della maggior mortalità maschile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Covid: geni e ormoni cause della maggior mortalità maschile - RIPRODUZIONE RISERVATA
Covid: geni e ormoni cause della maggior mortalità maschile - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli uomini hanno 1,7 volte in più di probabilità di morire per Covid-19 rispetto alle donne. Tutto dipende da fattori genetici, ormonali e del sistema immunitario.
    A dirlo sono gli studiosi della Yale University, che in un articolo pubblicato sulla rivista Science sono riusciti a individuarne alcune delle cause. Una delle prime, dicono i ricercatori, viene dalla biologia di base. Le donne hanno due cromosomi X, gli uomini ne hanno uno. I cromosomi X sono importanti perché sono ricchi di geni che regolano la risposta immunitaria. In sostanza, le donne hanno 'rinforzi' del sistema immunitario. Poi, secondo i ricercatori di Yale, c'è anche una questione ormonale. In uno studio condotto sui topi infettati con Sars-Cov-2 è stata osservata una mortalità più elevata nei maschi: questa sarebbe attribuita ai ruoli protettivi degli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili. La loro presenza può aiutare a sopprimere l'Ace 2, un recettore che viene utilizzato proprio da Sars-Cov-2 per entrare nelle cellule. Nella letteratura scientifica era stato già notato che gli uomini sottoposti a una terapia di deprivazione androgenica per cancro alla prostata sembrano essere meno suscettibili alle infezioni del coronavirus. Inoltre, secondo gli studiosi di Yale, l'età amplifica e talvolta sabota la risposta immunitaria di un uomo all'infezione da Sars-Cov-2. Gli studiosi hanno scoperto che quando gli uomini di 60 anni iniziano a perdere la capacità di montare una risposta immunitaria iniziale al nuovo coronavirus, spesso c'è anche una reazione eccessiva compensatoria da parte di altre molecole del sistema immunitario che può portare a infiammazioni dannose. Questi fattori infiammatori possono innescare la cosiddetta 'tempesta di citochine' che può portare a gravi danni ai polmoni e ad altri tessuti. Secondo i ricercatori, inoltre, il modello di espressione genica che controlla le risposte immunitarie innate alle infezioni virali (la prima linea di difesa contro i patogeni) inizia a diminuire drasticamente negli uomini tra i 62 e i 64 anni. Nelle donne, invece, questa risposta immunitaria inizia svanire circa sei anni dopo.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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