Sta per compiere 11 anni la legge 38 del 2010 che garantisce l'accesso di ogni paziente, a prescindere dall'età o dalla patologia, a terapie contro il dolore. Ma, a distanza di molto tempo, ancora oggi, nel nostro Paese, non sono garantiti a tutti i cittadini i farmaci necessari e molti italiani non sanno neanche che una legge riconosce il diritto a non 'soffrire inutilmente'. Sono alcuni dei nodi emersi durante la tavola rotonda di presentazione del "Manifesto sul dolore", promossa da Sandoz, che ha visto a confronto clinici, associazioni pazienti e istituzioni. Quasi il 90% delle sindromi dolorose sono trattabili, ma il problema del dolore è ancora spesso sottovalutato. A quasi 11 anni dall'approvazione della legge 38 del 15 marzo 2010, che poneva l'Italia all'avanguardia in Europa dal punto di vista normativo, il 72% dei cittadini non è a conoscenza di cosa preveda questo provvedimento. "Risulta evidente - afferma Tiziana Nicoletti, del coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici e Rari di Cittadinanzattiva - una carenza di informazione tra medico e paziente, per questo è fondamentale che si rafforzi la formazione in primis dei medici, che poi hanno il dovere di trasferire le informazioni ai loro pazienti.
Anche su questo Cittadinanzattiva sta portando avanti una serie di webinar in collaborazione con i medici di medicina generale e con gli specialisti per migliorare una formazione che deve essere capillare e uniforme su tutto il territorio".
Per migliorare la conoscenza del problema, il Manifesto suggerisce l'organizzazione di campagne di sensibilizzazione a livello nazionale rivolte a tutta la popolazione. "Sul dolore cronico - conclude Nicoletta Orthmann, coordinatore medico scientifico della Fondazione Onda - c'è ancora molta disinformazione che noi ci impegniamo a contrastare. È necessario lavorare in modo sinergico insieme ai professionisti e alle Istituzioni per veicolare alcuni messaggi chiave: il dolore cronico è una patologia che può essere curata, una diagnosi specifica conduce a una cura personalizzata, esistono centri d'eccellenza a cui ci si può rivolgere".
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