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"Guanto elettronico" aiuta a parlare, traduce gesti in frasi

"Guanto elettronico" aiuta a parlare, traduce gesti in frasi

Tecnologia Unicam con vari partner, prototipo in sperimentazione

ANCONA, 15 aprile 2021, 11:25

Redazione ANSA

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Un 'guanto ipertecnologico' di comunicazione "aumentativa alternativa" che aiuta a comunicare, le persone con esiti da ictus ed emiplegici che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, in particolar modo la forma orale: il dispositivo, prototipo in sperimentazione anche con giovani e giovanissimi con disturbi dello spettro autistico, si presenta come un guanto indossabile, capace di tradurre i gesti delle mani in parole o frasi in tempo reale. Si tratta di "E-Glove" ("Enhanced Gesture transLation for imprOving Vocal Experiences"), potenziale strumento di comunicazione per chi ha difficoltà o menomazioni dal punto di vista del linguaggio e dell'espressività.
    Al progetto partecipa Jesilab, società di Kos Care srl che gestisce il centro Myolab di Jesi, insieme alla Capofila Limix srl, spin-off scientifico dell'Università di Camerino, e Acme Lab s.r.l. di Ascoli Piceno. Nei giorni scorsi il 'guanto elettronico' è entrato nell'importante fase della sperimentazione sul campo e con i pazienti. L'idea progettuale, il cui sviluppo è reso possibile dal cofinanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale, consiste nella realizzazione di un nuovo dispositivo di comunicazione per persone la cui capacità comunicativa risulta menomata. Dalle prime risultanze, fa sapere il Gruppo Kos, avrebbe le carte in regola per essere in grado d'integrare e completare le attività di riabilitazione.
    Lo spettro delle professionalità coinvolte nel 'progetto' è ampio, un team multiprofessionale con fisiatri, fisioterapisti, logopedisti, bioingegneri, informatici, matematici e statistici.
    La tecnologia è nata nei laboratori Unicam grazie ad un'idea dello Spin-off Limix che ha progettato e sviluppato il guanto che permetteva, in origine, la traduzione del linguaggio dei segni. L'impegno dei ricercatori, coordinati dai docenti Unicam, ha permesso una continua evoluzione del prototipo fino all'utilizzo in ambiti sanitari e della riabilitazione.
   

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