In Italia appena il 20% dei pazienti con fratture viene sottoposto a una terapia anti-osteoporosi, mentre il restante 80% non riceve trattamenti. A ciò si aggiunge il fatto che l'emergenza Covid ha limitato fortemente l'attività motoria così come molti controlli ed esami legati alla prevenzione. Produrre dati su come i pazienti con fragilità ossea sono curati dai sistemi sanitari regionali sono i principali obiettivi del monitoraggio, presentato oggi da Cittadinanzattiva, che coinvolgerà referenti amministrativi e medici specialisti di 12 regioni: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Sardegna, Toscana, Veneto.
"Durante la pandemia la prevenzione e la riabilitazione sono state interrotte per settimane o mesi con il rischio di aggravare la situazione di molti pazienti che sono andati incontro a fratture. Molti reparti di ortopedia e di riabilitazione - dichiara Antonio Gaudioso, presidente di Cittadinanzattiva - sono stati chiusi sia per dare spazio ai malati di Covid sia per garantire le misure di prevenzione. È necessario ora tornare alle cure appropriate perché i pazienti possano ricevere i trattamenti adeguati".
"L'assenza di linee guida ministeriali a tutela dei pazienti con fragilità ossea - dichiara la senatrice Maria Rizzotti, che presiede l'intergruppo parlamentare sulle fratture da fragilità - è un gap da colmare con urgenza. Al Senato ho presentato una mozione che impegna il governo, anche attraverso il PNRR, a considerare le necessità di questi pazienti, attraverso l'implementazione di nuovi modelli di presa in carico in grado di prevenire e curare le fratture da fragilità".
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