L'aggiunta dell'integratore
L-arginina al trattamento standard dei pazienti ricoverati per
Covid-19 riduce la necessità di supporto respiratorio e accorcia
i tempi di degenza. È quanto emerge da uno studio coordinato da
ricercatori dell'ospedale Cotugno di Napoli, pubblicato sulla
rivista EclinicalMedicine.
"Molti pazienti da noi seguiti da novembre 2021 ad oggi
ricoverati in sub-intensiva hanno mostrato segni di danni
all'endotelio, evidenziando una buona saturazione, ma una bassa
concentrazione di ossigeno", dice Giuseppe Fiorentino primario
del reparto di Pneumologia del Cotugno, che così spiega il
razionale di un intervento mirato ad ottimizzare la funzione
endoteliale.
Lo studio ha arruolato 100 pazienti ricoverati per Covid
riscontrando che, già dopo 10 giorni dall'inizio della
somministrazione, il trattamento con due flaconcini al giorno di
L-arginina libera da sali determina una riduzione del supporto
respiratorio in oltre il 70% dei pazienti trattati, con un
deciso miglioramento della funzionalità respiratoria. Questo ha
comportato anche una riduzione dei tempi di degenza: 25 giorni
rispetto ai 46 dei pazienti in trattamento con il placebo.
I benefici nel miglioramento della funzione endoteliale hanno
avuto dei risvolti positivi anche nel lungo periodo: "Abbiamo
notato che tra i pazienti che avevano assunto L-Arginina, anche
l'astenia si riduce marcatamente", dice Fiorentino.
Lo studio è stato condotto in collaborazione con l'Università
Federico II, l'Albert Einstein College of Medicine di New York
City e l'azienda farmaceutica Damor.
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