Due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech non offrono una protezione sufficiente contro la variante Omicron, ma la terza dose riporta gli anticorpi neutralizzanti a livelli sovrapponibili a quelli che si ottenevano con due dosi di vaccino contro la versione originaria di virus SARS-CoV-2. La conferma arriva da uno studio condotto dalle due aziende e pubblicato su Science.
Lo studio ha verificato l'efficacia dei vaccini contro le principali varianti utilizzando il siero prelevato durante le sperimentazioni cliniche del vaccino Pfizer/BioNTech (BNT162b2) condotte nei mesi passati: in particolare quello di 32 partecipanti che avevano effettuato la seconda dose da 21 giorni e quello di 30 volontari che avevano effettuato la terza dose da un mese.
Dopo due dosi di vaccino, i livelli di anticorpi neutralizzanti contro Omicron erano 22,8 volte inferiori rispetto a quelli contro il virus di Wuhan, con 20 dei 32 sieri analizzati che non avevano nessuna capacità neutralizzante contro la nuova variante. Le due dosi proteggevano, invece, contro Beta e Delta, anche se con un tasso rispettivamente 6,7 e 2,2 volte più basso rispetto al virus originario.
Dopo un mese dalla somministrazione della terza dose, invece, i livelli di anticorpi sono aumentati di 23,4 volte rispetto a quanto rilevato dopo la seconda dose, raggiungendo livelli paragonabili a quelli ottenuti contro il coronavirus originario.
29 sieri su 30 erano in grado di neutralizzare lo Omicron. La terza dose aumentava inoltre la protezione anche contro le varianti Beta e Delta e contro il virus di Wuhan.
"Studi futuri valuteranno la persistenza degli anticorpi", scrivono i ricercatori secondo cui "i primi rapporti stimano un'efficacia del vaccino da moderata ad alta contro l'infezione sintomatica di Omicron, specialmente subito dopo la terza dose".
In particolare un'efficacia "dal 65 al 75% è stata segnalata nel Regno Unito da 2 a 4 settimane dopo la dose di richiamo, che scende tra il 55 al 70% a 5-9 settimane e al di sotto del 55% dopo 10 settimane dalla terza dose".
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