La semplice prescrizione di un
farmaco ad azione antinfiammatoria (ad esempio un cortisonico)
al momento delle dimissioni potrebbe dimezzare il rischio di
morte a lungo termine per coloro che hanno superato una forma
grave di infezione da SARS-CoV-2, il cui rischio di morire entro
un anno dal ricovero è in media più che doppio.
Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers
in Medicine e condotto presso l'Università della Florida: gli
esperti hanno rivelato che i pazienti covid che durante il
ricovero hanno raggiunto maggiori livelli di infiammazione
(misurabili sulla base della concentrazione di una molecola nel
sangue, la proteina C reattiva), sono quelli più a rischio di
morte per qualunque causa, nell'anno successivo al ricovero.
Gli stessi ricercatori in un lavoro precedente avevano
evidenziato che i pazienti ricoverati con una forma grave di
covid presentavano un rischio di morte più che raddoppiato per
l'intero anno successivo al ricovero, rispetto a individui che
hanno preso il covid in forma moderata o lieve.
In questo nuovo studio gli esperti Usa hanno dimostrato in un
gruppo di 1207 pazienti ricoverati per covid che quelli con
livelli più alti di proteina C reattiva durante il ricovero
avevano un rischio di morire (per qualunque causa per tutto il
primo anno dalle dimissioni) del 61% maggiore rispetto a
pazienti che durante il ricovero presentavano bassi livelli di
proteina C reattiva. L'ipotesi dei clinici è che gli elevati
livelli di infiammazione raggiunti dall'organismo dei pazienti
durante l'infezione acuta persistano nel tempo anche a
guarigione avvenuta, aumentando il rischio di morte del guarito
per tutto l'anno successivo al ricovero.
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