(AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO DELLE 19.48)
Potrebbero essere solo "la punta
dell'iceberg". Gli oltre 200 casi di vaiolo delle scimmie
rilevati nelle ultime settimane, in azioni in cui il virus non
circola abitualmente, potrebbero essere solo la minima parte di
quelli in realtà presenti nei vari Paesi. L'allerta arriva oggi
dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e fa salire il
livello di attenzione sul nuovo virus circolante mentre
l'Europa lavora per l'acquisto centralizzato di vaccini e
antivirali ad hoc ed anche in Italia i casi aumentano. Un arma
in più potrebbe arrivare dal risultato conseguito dal
laboratorio di
Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle
Bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano che ha isolato il
'monkeypoxvirus'
responsabile dell'epidemia. "Questo rappresenta un importante
risultato per la ricerca scientifica - ha commentato la
vicepresidente lombarda Letizia
Moratti - sarà possibile saggiare l'attività di farmaci
antivirali e testare la risposta anticorpale dei pazienti che
hanno contratto l'infezione e della quota di popolazione
vaccinata contro il virus del vaiolo".
Ad oggi sarebbero dieci i casi confermati nel nostro Paese, con
l'ultima
segnalazione di un primo contagio in Liguria.
"Non sappiamo se stiamo solo vedendo la punta dell'iceberg",
ha affermato Sylvie Briand, direttrice del dipartimento globale
di preparazione al rischio infettivo dell'Oms, durante una
presentazione agli Stati membri in relazione alla diffusione del
virus. Gli esperti stanno cercando di determinare cosa abbia
causato questa "situazione insolita" e i risultati preliminari
non mostrano variazioni o mutazioni nel virus del vaiolo delle
scimmie, ha aggiunto. Intanto, in Italia è stato registrato un
nuovo
caso ed i contagi crescono di giorno in giorno in vari paesi: in
Spagna sono saliti da 84 a 98 quelli confermati ed altri 16 casi
sono stati individuati nel Regno Unito, portando il totale a
106. Una situazione che ha spinto l'Ue a prendere immediate
contromisure. Attraverso l'Autorità europea per la preparazione
e la risposta alle emergenze sanitarie (Hera), l'Unione europea
sta infatti lavorando ad un acquisto centralizzato di vaccini e
antivirali. La vaccinazione, secondo fonti Ue, sarà in ogni caso
limitata "a casi molto specifici" dato che trasmissibilità e
rischio connessi al vaiolo delle scimmie "non sono comparabili"
con il Covid. Rassicura anche il ministro della Salute Roberto
Speranza: "Capisco la preoccupazione, ma è una situazione del
tutto diversa, imparagonabile a quella che abbiamo già vissuto
con il Covid. La nostra rete di sorveglianza e monitoraggio, sia
a livello europeo che a livello nazionale, è stata attivata e
quindi dobbiamo seguirla con grande attenzione".
Ad ogni modo, l'Italia sarebbe pronta nel caso si rendesse
necessario procedere ad una vaccinazione per determinate
categorie. Infatti, "abbiamo già la disponibilità di oltre 5
milioni di dosi" di vaccino antivaiolo, "quindi siamo preparati
eventualmente nel procedere qualora ve ne fosse la necessità",
ha affermato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa,
precisando che questa malattia "non colpisce comunque tutta la
popolazione perchè chi è stato vaccinato contro il vaiolo, circa
il 40% degli italiani, ha già una protezione indicativamente
dell'85%. Quindi è uno scenario diverso che deve essere
monitorato". Anche secondo Massimo Andreoni, direttore
dell'Unita' di Malattie infettive del Policlinico Roma Tor
Vergata e direttore scientifico della Societa' Italiana di
Malattie Infettive e tropicali (Simit), "la vaccinazione è una
eventualità estremamente improbabile e rimarrà comunque un
evento raro e circoscritto, se si renderà necessaria". Gli
esperti, insomma,
invitano alla calma. Ma uno scenario inedito è evocato da Mosca:
i biolaboratori Usa sarebbero dietro la crisi del vaiolo delle
scimmie. La richiesta all'Oms è quella di indagare su 4 centri
americani in Nigeria.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA