Alcuni tumori del polmone possiedono
un mix di anomalie genetiche associata ai macrofagi che li rende
particolarmente aggressivi. A scoprire questa firma molecolare è
stato un gruppo di ricercatori dell' Università di Roma La
Sapienza e dell'IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. La
scoperta è stata illustrata sul Journal for ImmunoTherapy of
Cancer.
L'introduzione dell'immunoterapia, che mira a riattivare il
sistema immunitario contro le cellule tumorali, ha rappresentato
un progresso importante nel trattamento del tumore al polmone.
Tuttavia, a oggi, solo il 20-30% dei pazienti risponde a questi
trattamenti, a causa delle caratteristiche intrinseche delle
cellule tumorali o del microambiente che circonda il tumore. È
sul microambiente che si sono concentrati i ricercatori,
analizzando versamenti pleurici di pazienti affetti da
adenocarcinoma polmonare, cioè gli accumuli di liquido che
possono essere la conseguenza dell'invasione della cavità
pleurica da parte delle cellule tumorali.
"Nello studio abbiamo utilizzato approcci altamente
innovativi, cosiddetti 'omici' e resi possibili da recenti
investimenti tecnologici e da competenze bioinformatiche
maturate negli ultimi anni", spiegano i ricercatori. È stato
così possibile scoprire una firma molecolare associata ai
macrofagi, cellule immunitarie presenti in abbondanza nei
versamenti pleurici, dove alimentano la crescita del tumore.
"I risultati sono rilevanti dal punto di vista clinico perché
aprono una nuova via allo sviluppo di terapie mirate
specificamente ai macrofagi pro-tumorali, bloccando i segnali
che ne permettono la localizzazione a livello del tumore",
afferma la coordinatrice dello studio Rita Mancini
dell'Università La Sapienza.
La ricerca è stata sostenuta da Fondazione AIRC per la
Ricerca sul Cancro.
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