La salute del pianeta preoccupa,
paradossalmente abbiamo allungato le nostre speranze di vita a
spese del pianeta stesso. Che si può salvare solo con una
politica approfondita, seria, rapida e articolata in tutti i
settori": a dirlo all'ANSA è il professore Paolo Vineis,
epidemiologo ambientalista della Imperial College di Londra,
parlando stamani a Perugia a margine della "lectiones
magistrales" che ha tenuto presso il Dipartimento di Medicina e
Chirurgia dell'ateneo perugino sul per tema "La salute nel
mondo".
"La salute degli umani - ha spiegato - è costantemente
aumentata, anche se con delle battute di arresto, ma si è creata
un'economia con troppi impatti negativi sul pianeta che
finiscono per riflettersi anche sulla salute". Vineis ha
sottolineato la necessità di "andare in tempi rapidi verso una
politica di ecobenefici, che deve diventare centrale nelle
scelte dei governi insieme alla transizione verso le
rinnovabili".
Parlando di cambiamenti climatici, il professore ha aggiunto che
"ci sono numerosi effetti, parzialmente conosciuti, sulla salute
umana. I più evidenti - ha sottolineato - sono le ondate di
calore che provocano un numero elevato di morti, le alluvioni e
gli incendi". "Ma legati ai cambiamenti climatici - ha detto
ancora Vineis - ci sono effetti meno visibili e e clamorosi che
riguardano la diffusione delle malattie infettive". Tenendo a
precisare che in tal senso "stiamo vedendo probabilmente solo la
punta dell'iceberg", il docente ha evidenziato la necessità di
"prevenire e mitigare i cambiamenti climatici con delle
politiche adeguate", prendendo ad esempio il consumo di carne e
gli allevamenti degli animali.
Vineis, parlando di abbattimento dei livelli di inquinamento,
ha suggerito di prendere come esempio "quanto fatto in Germania,
dove con un contributo di 9 euro al mese, le persone possono
accedere a tutte la rete ferroviaria e questo ha avuto un grande
successo ed ha ridotto drasticamente il traffico veicolare".
"Una soluzione semplice - dice il professore - ma implica
l'esistenza di un'infrastruttura di servizi pubblici che in
Italia è carente".
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