Il rischio cardiovascolare legato
alla sindrome infiammatoria da Covid o nell'ambito del Long
Covid è "raro e minoritario", anche se è molto più importante di
quello causato da effetti collaterali del vaccino, di cui si
parla molto di più. La miocardite come conseguenza
dell'immunizzazione è osservata in "circa 4 per 100mila
vaccinati" rispetto ai circa "11 per 100mila" malati di Covid
che ne sono affetti. Lo ha detto Gianfranco Sinagra, direttore
Dip. Cardiotoracovascolare della Scuola di Specializzazione in
Malattie dell'Apparato Cardiovascolare dell'Asugi a margine del
convegno "Novità su scompenso cardiaco e cardiomiopatie" a
Trieste.
"La miocardite da sindrome infiammatoria da Covid tende a
essere in un terzo dei casi impegnativa, e può dare esiti che si
possono prolungare nel tempo", ha spiegato. Si tratta di un
rischio dunque molto più consistente di quello posto dal
vaccino. Inoltre, "la miocardite da vaccino è lieve, a
risoluzione rapida e sostanzialmente senza esiti. La miocardite
da sindrome infiammatoria da Covid tende a impegnativa in circa
un terzo dei casi, e può dare esiti che si possono prolungare
nel tempo", conclude.
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