Sala d'attesa di un ospedale. Una
donna aspetta l' esito di una mammografia che ha evidenziato la
presenza di una massa sospetta. Alza lo sguardo e incrocia il
sorriso di 20 altre donne, avvolte in sciarpe rosa, testimoni di
un percorso di malattia e rinascita. Quanto conta questo
messaggio di speranza e di forza rispetto alle fatiche, ansie e
paure degli anni successivi? Da questa domanda prende il via lo
studio condotto da Humanitas e Cremit, Centro di ricerca
sull'educazione ai media all'innovazione e alla tecnologia
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Sarà analizzato l'impatto sui percorsi di cura e prevenzione
di 'Sorrisi in Rosa', il progetto fotografico e narrativo nato
sei anni fa da un'idea dei senologi di Humanitas in
collaborazione con la fotografa Luisa Morniroli e la scrittrice
Cristina Barberis Negra.
Anima centrale di 'Sorrisi in Rosa' sono la mostra
fotografica e i racconti delle donne che hanno affrontato un
tumore al seno. Obiettivo principale è sensibilizzare sul tema
della prevenzione, ma da 6 anni gli ospedali - da Torino a
Catania, passando per Milano, Bergamo e Castellanza - che
aderiscono all'iniziativa raccolgono messaggi positivi di donne
che trovano forza e speranza nel progetto o che, imbattendosi
nelle foto, scelgono di entrare nelle Associazioni Pazienti
locali per condividere il viaggio della malattia con altre
compagne.
Ormai sono più di 100 le testimonial di Sorrisi in Rosa. Con
la diagnosi di tumore cambia tutto: dalla percezione del proprio
corpo al rapporto con i familiari, ed è questo uno dei punti
principali su cui si concentrerà la ricerca Cremit-Humanitas,
che si svolgerà in tutti gli ospedali e i centri medici (Medical
Care) Humanitas e nella primavera 2023 porterà i primi
risultati.
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