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Il controllo della pressione alta è peggiorato in pandemia

Il controllo della pressione alta è peggiorato in pandemia

Analisi su 137.000 pazienti, ma telemedicina ha arginato effetti

ROMA, 02 novembre 2022, 11:40

Redazione ANSA

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Il controllo della pressione alta è peggiorato in pandemia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il controllo della pressione alta è peggiorato in pandemia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il controllo della pressione alta è peggiorato in pandemia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli studi continuano a mostrare i tanti effetti negativi 'indiretti' che la pandemia Covid ha avuto sulla salute delle persone. In particolare, quelle con ipertensione hanno visto un aumento dei livelli di pressione sanguigna, mentre il numero di volte in cui l'hanno misurata è molto diminuito. Ma l'utilizzo della telemedicina ha permesso di arginare i possibile effetti negativi. A indicarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Hypertension, finanziato dal Sistema Sanitario Inglese (NIH).

La pressione alta, colpisce oltre un miliardo di persone nel mondo ed è un fattore di rischio per infarto e ictus, ma anche per forme di Covid più gravi. I ricercatori hanno esaminato i dati elettronici di 137.593 adulti (età media 66 anni) con ipertensione e hanno effettuato confronti tra quelli registrati prima della pandemia (da agosto 2018 a gennaio 2020 ) e durante il picco (da aprile 2020 a gennaio 2021). I dati provenivano da tre grandi sistemi sanitari degli Usa: Cedars-Sinai a Los Angeles, Centro medico Irving della Columbia University di New York e Ochsner Health a New Orleans.

I risultati mostrano che il numero di misurazioni della pressione, in parte a causa della riduzione delle visite, è diminuito in modo significativo nei primi tre mesi della pandemia, fino al 90% rispetto al pre, per poi riaumentare leggermente senza però raggiungere i livelli iniziali. Di pari passo, era aumentata sia la pressione massima che la minima dei pazienti, probabilmente "a causa della diminuzione dell'attività fisica, dello stress, del sonno e di altri fattori di rischio di malattie cardiovascolari peggiorati in pandemia", ha affermato il primo autore dello studio Hiroshi Gotanda, assistente professore presso il Cedars-Sinai Medical Center. Tuttavia, aggiunge, "i risultati sono stati migliori di quanto ci aspettassimo", probabilmente "grazie alla telemedicina e al monitoraggio a domicilio" che hanno permesso di individuare il problema e intervenire con terapie. Questo, conclude, è "un aspetto di cui tener conto per il futuro".
   

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