Sintesi e sviluppo di nuove
molecole tioliche in grado di inibire i virus respiratori, tra
cui il SARS-CoV-2 e che potrebbero essere proposte per lo
sviluppo di nuovi antivirali ad ampio spettro che
permetterebbero di superare i problemi legati all'insorgenza di
resistenza e di varianti. E' l'oggtto di uno studio condotto dal
Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell'Università degli
Studi di Urbino 'Carlo Bo', in collaborazione con La Sapienza
Università di Roma, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed il
Policlinico Militare di Roma Celio, dotato di diversi laboratori
di biosicurezza, tra cui quello di livello 3, che hanno permesso
di effettuare gli esperimenti con SARS-CoV-2. I risultati del
lavoro, coordinato da Alessandra Fraternale del gruppo di
ricerca di Mauro Magnani (Uniurb) e Lucia Nencioni (Sapienza),
sono stati pubblicati online su The Faseb Journal, il giornale
della Federazione delle Società Americane per la Biologia
Sperimentale. Lo studio ha riguardato la sperimentazione di
molecole tioliche, in grado di inibire la replicazione di
SARS-CoV-2 agendo su due bersagli, uno virale (la proteina
Spike) e uno cellulare (la stessa cellula infettata). Nella
pubblicazione è stato dimostrato che le molecole tioliche
impediscono l'interazione tra la proteina Spike ed il recettore
ACE2, impedendo l'entrata del virus nelle cellule di circa il
90%. Inoltre le molecole tioliche studiate, capaci di penetrare
nella cellula infettata, si sono rivelate efficaci nel bloccare
la normale maturazione delle proteine di SARS-CoV-2 e la
produzione di nuove particelle virali per circa il 98%. Lo
studio, di carattere multidisciplinare, ha coinvolto ricercatori
in diverse discipline quali biochimica e biologia cellulare,
virologia e microbiologia, chimica organica e chimica fisica. I
ricercatori auspicano di proseguire gli studi in un modello
animale di infezione di SARS-CoV-2 prima di proporre le molecole
in studi clinici.
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