"Non sono felice. E non c'entrano
le accuse ingiuste, le menzogne nei miei confronti o l'essere
stato trattato come un criminale. Ho vinto a livello processuale
eppure mi sento uno sconfitto perché penso a tutti i morti, ai
bambini che non ci sono più, ai malati di Sla che non abbiamo
potuto aiutare con una terapia che aveva dimostrato di
funzionare. Ma ci hanno fermato". E' la dichiarazione amara
rilasciata al quotidiano Il Piccolo da Marino Andolina, il
pediatra triestino imputato per aver proposto terapie a base di
estratti di staminali e assolto due giorni fa dalla Corte
d'appello di Brescia nel processo "Stamina 2".
"La vittoria processuale conta, ma dentro mi sento un uomo
sconfitto", prosegue, "non posso non pensare che dietro di me ho
lasciato un bel po' di persone che non abbiamo potuto salvare,
bambini morti o gravemente danneggiati". Andolina, che ha oggi
76 anni e che sostiene di essersi iniettato le cellule prima di
somministrarle ai pazienti, sottolinea che l'uso delle staminali
nelle terapie è vietato da una direttiva europea che le equipara
ai medicinali "mettendo tutto nelle mani delle multinazionali.
Contro la lobby farmaceutica è impossibile vincere e magari un
domani le cure con le staminali ci saranno, ma temo solo per i
ricchi".
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