Era risultato positivo al Covid-19
ma ciononostante si reca a casa di una "cliente" per fare un
tampone. Emerge anche questo dall'ordinanza con la quale il gip
di Napoli Lidia Rossetti ha disposto la sospensione per un anno
dal servizio nei confronti di due infermieri, fratelli gemelli,
che - durante la fase più critica della pandemia - rubavano i
test diagnostici dell'Asl dove lavoravano per alimentare il loro
giro di "clienti" i quali pagavano tra i 40 e i 50 euro per
essere sottoposti ai tamponi molecolari.
L'infermiere in questione è risultato positivo al Covid-19 il
28 novembre 2020 e per questo motivo venne messo in quarantena.
Incurante della possibilità di poter contribuire a diffondere il
Sars-Cov-2 si reca lo stesso a casa della cliente il successivo
5 dicembre.
I gemelli, malgrado fossero consapevoli di essere stati
scoperti, scrive il gip nell'ordinanza, "perserverano senza
alcuno scrupolo nello svolgimento dell'attività illecita, che
verrà interrotta solo in seguito alla perquisizione eseguita il
21 dicembre 2021". Inoltre non hanno avvertito l'esigenza
"nonostante sìano trascorsi oltre due anni... di procedere alla
restituzione delle somme indebitamente riscosse, né a un
risarcimento del danno nei confronti dell'amministrazione di
appartenenza". Infine uno dei due, dopo essersi presentato al
pubblico ministero per rendere dichiarazioni spontanee sulla
vicenda, non esita a truffare ancora una volta la propria
amministrazione mettendosi in malattia e partecipando a un
corso, in qualità di docente, a Firenze.
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