di Renato Botto
Con il cuore e un polmone
schiacciati da una massa tumorale è riuscita a partorire e
qualche settimana dopo, grazie a un lungo e rischioso intervento
chirurgico, ha potuto liberarsi del pericolo che incombeva sulla
sua vita.
Una vicenda di eccellenza della sanità, che riguarda una
mamma di 22 anni e il suo piccolo, che ora ha 4 mesi. Entrambi
sono a casa, in un paese in provincia di Torino dopo le tappe
più importanti vissute in due ospedali della Città della Salute
di Torino: il Sant'Anna ostetrico-ginecologico e le Molinette.
Alla ragazza nel 2019 viene diagnostico un sarcoma al torace,
tumore maligno aggressivo "Non stavo bene, ma dapprima ho dato
la colpa allo stress per l'esame di maturità. - racconta - Poi
si sono ingrossati i linfonodi, la prima diagnosi all'ospedale
di Ivrea è stata di una ciste. Siamo una famiglia di allevatori
e quando siamo saliti in alpeggio in Valle d'Aosta, a 2.200
metri, ho cominciato ad avere febbre e a dimagrire. Così
all'ospedale di Aosta mi hanno fatto una lastra ai polmoni". Poi
la biopsia ha rivelato il sarcoma. "Non respiravo più, i medici
mi hanno mandato in coma farmacologico e mi hanno messo uno
stent tra i bronchi. Ma temevano che al risveglio avrei avuto
una vita non bella". La giovane lotta contro il male, in cura al
S.Luigi di Orbassano (Torino) e poi all'Istituto di Candiolo,
dove è seguita dal dottor Giovanni Grignani. Chemioterapia e
radioterapia vincono le metastasi, ma quel macigno nel petto
rimane lì. La rimozione chirurgica è sconsigliata per
l'elevatissimo rischio di lesionare gli organi vitali.
Le enormi difficoltà non spengono i progetti della ragazza e
del suo compagno che decidono di avere un figlio, pur
consapevoli dei rischi per il cuore della donna. Viene così
programmato un parto cesareo, al Sant'Anna, eseguito dal
professor Alberto Revelli e dalla dottoressa Silvana Arduino.
Parto riuscito ma pochi mesi dopo le condizioni della giovane
peggiorano nuovamente: i polmoni sono sempre più compressi. Non
resta altro da fare che rimuovere la massa tumorale, anche se è
come incollata alle pareti del cuore a gran parte del polmone
sinistro.
I chirurghi toraco-polmonari (coordinati dal professor Enrico
Ruffini), con la collaborazione dei cardiochirurghi (diretti dal
professor Mauro Rinaldi), studiano tutte le possibili soluzioni.
E danno indicazioni per l'intervento alle Molinette:
l'operazione dura 6 ore, la eseguono il professor Enrico
Ruffini, i dottori Marco Pocar, Paraskevas Lyberis e Matteo
Roffinella. Viene sportato il tumore, che pesa un chilo e mezzo,
preservando il cuore e ripristinando la piena funzionalità del
polmone. Dopo 10 giorni la giovane torna a casa e dopo un mese
il cuore riprende a battere normalmente e il respiro torna
regolare.
"Questo straordinario risultato - commenta Giovanni La Valle,
direttore generale della Città della Salute - è l'esito di un
grande lavoro di squadra dei professionisti, che con coraggio
affrontano casi estremi con interventi di frontiera, che sempre
più dimostrano il ruolo Hub e di riferimento della Città della
salute".
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