Un trapianto di fegato a due giorni dal parto ha salvato una donna di 38 anni a Torino, all'ospedale Molinette, con un problema piastrinico emerso dopo l'arrivo in un altro ospedale, il Martini. Effettuato il cesareo per la sofferenza fetale, i medici hanno trovato un sanguinamento importante dal fegato, con progressiva necrosi, quindi insufficienza d'organo e emorragia persistente. Da qui il trasferimento alle Molinette e l'urgenza del trapianto, avvenuto 13 ore dopo. Per arrestare l'emorragia però è stato rimosso subito il fegato, con temporanea derivazione del sangue della vena porta direttamente nella cava inferiore.
Dopo la notte nella terapia intensiva, diretta dal dottor Roberto Balagna, durante la quale le sue condizioni si sono stabilizzate, la paziente ha potuto essere sottoposta con successo all'impianto del fegato del donatore da parte del professor Renato Romagnoli, direttore dell'equipe chirurgica del Centro trapianti, e della sua équipe. La ripresa funzionale dell'organo trapiantato è stata valida e immediata.
La donna si era presentata al pronto soccorso dell'ospedale Martini con una colica addominale, accompagnata da una crisi ipertensiva, che ha reso necessario il cesareo. Il fegato della donna era andato incontro a massivi fenomeni di necrosi emorragica con irreparabili multiple lacerazioni, richiedendo la rimozione totale. A quel punto è iniziata la corsa per lasciare meno tempo possibile la paziente senza fegato e sono trascorse sole 13 ore.
Già dalla sala operatoria l'iter è cominciato con la richiesta super-urgente del fegato di un donatore, diramata dal Centro regionale trapianti Piemonte e Valle d'Aosta, coordinato dal professor Antonio Amoroso, verso il Centro nazionale trapianti di Roma. L'opportunità di un donatore di gruppo sanguigno compatibile disponibile in Toscana è stata colta immediatamente, grazie anche al lavoro del servizio di emergenza del 118 di Torino, che ha garantito l'organizzazione dei trasporti dell'équipe trapianti in tempi record. tre dici ore dopo il trapianto è stato fatto.
La paziente ora è ancora ricoverata in Terapia intensiva alle Molinette, ma ha recuperato la stato di coscienza e le sue condizioni cliniche migliorano giorno dopo giorno, così come stanno migliorando le condizioni del suo piccolo, degente nella Terapia intensiva neonatale dell'ospedale Maria Vittoria, diretto dalla dottoressa Patrizia Savant Levet.
"Un trapianto che si può definire miracoloso, nei tempi, nei modi e nelle procedure. Tutto ha coinciso alla perfezione ed ancora una volta la nostra squadra trapianto è stata perfetta. E ancora una volta è fondamentale ringraziare la generosità della famiglia del donatore, senza la quale questi miracoli non potrebbero avvenire" dichiara Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino
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