Contro i visi ‘gonfiati’ di filler per spianare le rughe, si impongono le correzioni ‘gentili’ effettuate con un sapiente mix delle diverse tecniche a disposizione. Un netto trend ‘contro’ si registra invece sul fronte dei filler riempitivi ad effetto lifting, usati spesso in maniera troppo generosa. Stanche di volti da ‘pugile alla sesta ripresa’, molte donne stanno tornando a rivolgersi al chirurgo plastico per un lifting (anche in formato ‘mini’) tradizionale.
Emerge al congresso Sime, Società Italiana di Medicina Estetica. Per chi non ama il bisturi, stanno prendendo piede tecniche alternative o complementari ai filler ‘riempitivi’ per ottenere un effetto lifting non chirurgico. È il caso dei fili ad esempio che stanno vivendo una seconda primavera, delle radiofrequenze o ancora del microneedling. Contro l’invecchiamento cutaneo una novità è la CHAC Technology, una‘mesoterapia’ anti-rughe che consente di stabilizzare i principi attivi senza impiego di reagenti chimici, rilasciandoli gradualmente in modo da prolungare e intensificare l’effetto del trattamento.
Questa tecnologia consente di ottenere dei biostimolanti con principi attivi stabili ed efficaci più a lungo.Nella fascia 30-40 anni è sempre più richiesto il trattamento ‘full face’ che consiste nel rimodellare con i filler a base di acido ialuronico (con caratteristiche diverse in base all’area da trattare, utilizzando diverse tecniche iniettive) vari distretti del volto (fronte, naso, zigomi, labbra, profilo mandibolare e mento), in un’unica seduta, per armonizzare i volumi senza derogare all’eleganza delle forme. Facendo piccoli ritocchi solo dove effettivamente servono. I risultati – assicurano gli esperti – sono immediati e garantiscono un effetto ‘social glam’ sempre nel rispetto dell’eleganza e dell’equilibrio. E per ‘cancellare’ le rughe, all’orizzonte spunta una tecnica nuova, il ‘micro-coring’, tecnologia robotica di ultima generazione per il trattamento delle rughe profonde delle guance e del terzo inferiore del viso.
Gli occhi, poi, sono una delle sedi predilette dai segni del tempo. Dal veleno di vipera, all’idro-stetching, ai campi elettromagnetici, tante sono le nuove tecniche per correggere la regione perioculare. Sono 500 l'anno i pazienti che si rivolgono agli ambulatori del Fatebenefratelli di Roma che è diventato riferimento per le complicanze dei trattamenti di tutta Italia. A questi si aggiungono i 'pentiti', quelli per cui un tatuaggio o un filler di troppo possono rivelarsi anti-estetici o addirittura fare danni. Vi sono nuove tecniche proprio per i 'pentiti' e arriva anche un monito: meglio imparare ad ascoltare i 'no' del medico. Esagerare con i filler a base di acido ialuronico nel tempo può portare ad accumuli; pur essendo l'acido ialuronico 'riassorbibile', con i trattamenti ripetuti, magari senza dar tempo al filler di 'scomparire' naturalmente, si possono creare anti-estetici aumenti volumetrici. La nuova tendenza è dunque utilizzare una sorta di 'antidoto' all'acido ialuronico, l'enzima ialuronidasi, per velocizzare il processo di riassorbimento e cancellare delle aree ipertrattate. "Ma è una tendenza sbagliata - afferma Emanuele Bartoletti, presidente Sime -. Le correzioni vanno sempre fatte in maniera graduale e bisogna sapersi fermare quando si è raggiunto un risultato armonico. Questo non sempre è percepito dai pazienti. Dobbiamo invitare le persone ad ascoltare se il medico dice 'no' e i medici a non 'accettare' passivamente ogni richiesta dei pazienti."
La ialuronidasi si è rivelata un farmaco utile per la risoluzione delle complicanze da filler. "Può capitare - spiega Bartoletti - che un uso eccessivo del filler in aree pericolose per una specifica vascolarizzazione quali il naso o la regione della bocca, porti ad una compressione di un vasellino arterioso che può dare un'ischemia della parte, fino alla necrosi dei tessuti. La ialuronidasi risolve questi problemi. Per questo si tratta di un farmaco che ogni medico estetico dovrebbe avere, prima di iniettare i filler con acido ialuronico". Sempre più persone scelgono poi il trucco semipermanente eseguito con pigmenti a uso estetico per disegnare sopracciglia ad ali da gabbiano o ridisegnare il contorno labbra. Non sempre l'effetto di queste procedure estetiche è quello sperato. Per le pentite dei tatuaggi cosmetici (brow liner e lip liner) la soluzione è affidata alla tecnica laser 'tattoo changing' dove, a farla da padrone, sono i laser Q-switched e i laser a picosecondi. Labbra, naso: per perfezionarne i dettagli è tutto all’insegna della naturalezza e della sensualità. Nel solco della richiesta di trattamento più ‘naturali’ si inseriscono i cosiddetti ‘nose jobs’ non chirurgici, mentre per le labbra l’imperativo è che non siano ‘a canotto’.
Per quanto riguarda il naso, la rinoplastica chirurgica non è andata in soffitta, ma le alternative al bisturi godono di sempre maggior gradimento e assicurano in molti casi un risultato estetico buono, a costi più contenuti. Questa procedura utilizza i filler a base di acido ialuronico per migliorare forma e contorno del naso, per aggiungere volume se necessario, ‘spianare’ una gobbetta di troppo, sollevare la punta del naso. Il trattamento è rapido e i risultati durano circa un anno. Anche per le labbra l’ideale di bellezza si è spostato oggi su sensualità, ma un aspetto più naturale e in armonia con il resto del volto, nelle varie declinazioni delle Russian lips (le labbra ‘a cuore’ come quelle delle Matrioske russe, tanto amate dalle celebrities), delle labbra di ‘velluto’ (filler all’acido ialuronico, iniettato con microsiringhe attraverso iniezioni verticali ) o delle labbra ad effetto ‘glow’ ottenute attraverso una tecnica combinata di filler dermico a base di acido ialuronico e di un complesso biorivitalizzante costituito da acido ialuronico non reticolato, vitamine e oligoelementi. Tra gli approcci innovativi spuntano le cosiddette ‘labbra di ghiaccio’ (ice-lips): la procedura consiste nell’associare una crioterapia con vapori di ossido nitrico a basse temperature, all’iniezione del filler; la tecnica permette di ridurre il gonfiore post-procedura, aumentare il grado di soddisfazione della paziente per il risultato e soprattutto di limitare il dolore della procedura. Per chi è un po’ più avanti con gli anni e alle prese con il ‘codice a barre’ (le rughette verticali che incoronano il labbro superiore soprattutto nelle fumatrici) una nuova proposta viene da un filler dinamico funzionale a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare e peptidi biomimetici, cross-linkato con il PEGDE che distende efficacemente il piano cutaneo e riduce la contrattilità che porta alla formazione del bar-code.
"Un odontoiatra non potrà mai fare una visita di medicina estetica. E non potrà mai fare medicina estetica perché non è un medico. Ma potrà utilizzare, secondo la nuova normativa, terapie che si usano normalmente nella nostra disciplina per fare odontoiatria estetica. Il problema saranno le competenze, è su questo che chiederemo attenzione alle Istituzioni", dice Bartoletti, presidente della Sime, Società italiana di medicina estetica, a margine del congresso a Roma dopo l'approvazione alla Camera di un emendamento nel Ddl semplificazioni che consentirebbe agli odontoiatri di svolgere attività di medicina estetica non invasiva o mininvasiva. "In medicina estetica -aggiunge Bartoletti- occorre essere preparati, dietro ogni terapia c'è una possibile complicanza. Già il medico deve fare un percorso formativo apposito, altrimenti rischia di far danno sui pazienti. Il problema non è che gli odontoiatri facciano medicina estetica, ma salvaguardare la salute dei pazienti. Quando avranno le competenze poterlo fare sarà diverso, ma in questo momento forse è stato messo il carro davanti ai buoi, forse andava preparato questo passaggio prevedendo una formazione".
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