Una fetta consistente di pazienti affetti da glaucoma potrebbe controllare meglio la malattia ed evitare i danni al nervo ottico se si sottoponesse subito a un intervento per drenare il liquido in eccesso all'interno dell'occhio invece di impiegare soltanto colliri. Tuttavia, oggi i pazienti aspettano almeno 7-10 anni prima di sottoporsi alla procedura. È quanto sottolineano gli esperti della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso) riuniti a congresso a Roma.
Il glaucoma colpisce circa 800mila italiani e si stima 1 paziente su 3 non sia consapevole di soffrire della malattia. È causato da "un incremento della pressione all'interno dell'occhio che dipende dalla degenerazione di una sorta di 'colino' intraoculare che regola la quantità di liquido che l'occhio è in grado di drenare", spiega Stefano Gandolfi, direttore della Clinica Oculistica Università di Parma e membro del consiglio direttivo Siso. "Invecchiando, la funzione di drenaggio di questo colino peggiora, il liquido si accumula, la pressione sale e il nervo ottico viene pian piano danneggiato".
Il trattamento prevede l'uso dei colliri per abbassare la pressione oculare. Tuttavia, il 30-70 per cento dei pazienti non li assume correttamente e il 50% li abbandona entro 6 mesi.
L'intervento, con il laser o chirurgia mini-invasiva, potrebbe rappresentare la soluzione. Un recente studio "ha dimostrato che nel 70% dei casi gli occhi operati con il laser mantengono una pressione intraoculare nella norma e che la progressione del danno visivo avviene nel 20% dei casi contro il 27% dei pazienti trattati con i colliri", illustra Gandolfi. Risultati analoghi si ottengono intervenendo subito con la chirurgia.
Per prevenire il danno della malattia resta però fondamentale la diagnosi tempestiva: è importante sottoporsi a controlli regolari che includano la misurazione della pressione intraoculare e l'esame del fondo oculare, consigliano gli esperti Siso.
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