Il livello di attività dei pazienti
schizofrenici ospitati in strutture residenziali, dove godono di
un supporto assistenziale 24 ore su 24, è minore rispetto a
pazienti ambulatoriali, che vivono in condizioni di
indipendenza, e che per questo motivo si pensava fossero meno
stimolati. Sono i primi riscontri emersi, in sintesi, dal
progetto Diapason di tutto ciò si parlerà il 9 giugno a Brescia
(nella Sala Congressi di Confartigianato).
"Questo risultato, per certi versi inatteso, dovrebbe
stimolare un miglioramento dei programmi di trattamento per
pazienti ospiti di strutture residenziali", ha spiegato lo
psichiatra Giovanni de Girolamo anticipando gli esiti del
progetto finanziato dal Ministero della Salute e coordinato
dall'Irccs Fatebenefratelli di Brescia, al quale hanno preso
parte 37 servizi di salute mentale in tutta Italia.
Utilizzando anche metodologie digitali è stato studiato come
persone sofferenti di un disturbo psicotico utilizzino il
proprio tempo e quali sono le attività che svolgono nel corso
della giornata in confronto a persone prese dalla popolazione
generale. Inoltre è stata monitorata l'attività fisica ed il
ritmo sonno-veglia in questi pazienti, di nuovo messi a
confronto con soggetti sani di controllo, utilizzando un'altra
tecnologia digitale, rappresentata da un dispositivo indossabile
che registra accuratamente questi parametri. E' la prima volta
che questo è stato fatto in Italia, spiegano i curatore della
ricerca.
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