Nel nostro Paese ogni anno si registrano oltre 35mila nuovi casi di tumori del sangue. Migliorano le opportunità di cura grazie ai nuovi farmaci, ma non vi è uniformità di accesso e per i pazienti ma rimangono ancora troppe differenze assistenziali. È quanto è emerso alla presentazione dei risultati del progetto "Bridge the gap", realizzato da Isheo, in collaborazione con La Lampada di Aladino e la Federazione Associazioni di Volontariato in Oncologia.
Dal confronto tra clinici e pazienti, sono emersi tre principali vuoti da colmare: l'assistenza domiciliare, il supporto psicologico e il supporto dei caregiver. L'obiettivo è realizzare un Piano di Intervento operativo ed uniforme in Italia. La sinergia tra ospedale e territorio, come previsto dal Piano Oncologico Nazionale e dal Pnrr, aggiunge Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino, "deve prevedere anche un maggior coinvolgimento del medico di medicina generale, soprattutto nella gestione della lungo-sopravvivenza".
"Le terapie avanzate sono trattamenti complessi che richiedono un'elevata competenza per la loro gestione - aggiunge Roberto Cairoli, direttore di Ematologia al Niguarda Cancer Center di Milano -. È necessario un centro ematologico che abbia esperienza nel campo del trapianto di cellule staminali emopoietiche e che risponda ai requisiti di accreditamento europeo per tali attività". La Fondazione Gimema, spiega il presidente Marco Vignetti, "si batte per tenere in rete tutte le ematologie italiane in modo tale che tutti i pazienti possano godere delle migliori terapie. Però, quando non si ha la necessità di recarsi in ospedale, è vitale che l'assistenza domiciliare assuma un ruolo cruciale".
"E' emersa la mancanza - afferma Davide Integlia, general manager Isheo - di una figura che abbia responsabilità nella gestione delle informazioni, soprattutto per colmare il solco oceanico tra medicina specialistica e di territorio. È ora di fare un passo in avanti per superare i gap emersi nella gestione dei pazienti". "La strada è ancora lunga - conclude Annarita Patriarca, membro della Commissione Affari Sociali della Camera - ma il nostro impegno deve essere rivolto all'obiettivo che anche la Commissione Europea si è posta: sconfiggere il cancro come causa di morte".
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