Ogni anno, nei 53 paesi della regione europea dell'Oms, 1,4 milioni di persone muoiono per cause legate a inquinamento e cambiamento climatico. Solo lo scorso anno, ben 20.000 persone sono morte a causa del caldo estremo in quella che è stata l'estate più calda mai registrata in Europa.
Questi i nuovi dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che saranno discussi dal 5 al 7 luglio a Budapest, alla settima conferenza ministeriale su ambiente e salute a Budapest.
"Prevenire oltre un milione di morti ogni anno a causa di fattori di rischio ambientale è alla nostra portata, sappiamo cosa fare e ora è il momento di trasformare le parole in azioni", ha affermato Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa. Il nuovo rapporto mostra anche che nella Regione che copre l'Europa e l'Asia centrale, nel 2019, circa 570.000 decessi erano attribuibili all'inquinamento atmosferico e più di 150.000 all'inquinamento domestico. Nel 2020, circa 77 milioni di persone non avevano accesso all'acqua potabile.
Mentre gli spazi verdi hanno un effetto protettivo sulla salute e possono ridurre la mortalità per cause naturali di quasi l'1%. I ministri dei Paesi che si riuniranno a Budapest dovrebbero adottare una dichiarazione con una serie di azioni concrete per preparare i sistemi sanitari ad affrontare l'impatto dei cambiamenti climatici e ridurre gli effetti sulla salute dell'inquinamento. In quattro aree prioritarie - qualità dell'aria, acqua e servizi igienico-sanitari, prodotti chimici e rifiuti e siti contaminati - i progressi sono effettivamente rimasti fermi. "La salute - conclude Csaba Kőrösi, presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite - è una questione di policy-making, una questione di finanziamento, di progresso scientifico, di progresso tecnologico e di come costruire la fiducia tra di noi e come ricostruire le nostre reti di cooperazione".
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