(EMBARGO ore 22:00)
L'assunzione prolungata di inibitori di pompa protonica, una
delle più diffuse tipologie di farmaci gastroprotettori,
potrebbe aumentare il rischio di sviluppare demenza nel corso
del tempo. È quanto suggerisce uno studio coordinato da
ricercatori dell'University of Minnesota di Minneapolis e
pubblicato su Neurology, rivista dell'American Academy of
Neurology. I ricercatori avvertono, comunque, che lo studio non
dimostra che questa classe di farmaci causi demenze.
Gli inibitori di pompa protonica sono farmaci molto diffusi.
"L'uso a lungo termine è stato collegato in studi precedenti a
un rischio più elevato di ictus, fratture ossee e malattie
renali croniche", ha affermato in una nota una delle autrici
dello studio, Kamakshi Lakshminarayan. Nel nuovo studio si è
voluto capire se sono collegati anche a un rischio più alto di
demenza.
La ricerca ha coinvolto quasi 6mila persone con un età media
di 75 anni. Dopo 5 anni e mezzo, circa il 10% aveva sviluppato
una forma di demenza. Tra quanti avevano assunto i farmaci
gastroprotettori per più di 4,4 anni, il rischio di problemi
cognitivi era più alto di circa il 30% rispetto alle persone che
non avevano mai preso i medicinali. Il fenomeno non è stato
osservato in chi aveva assunto gli inibitori di pompa per brevi
periodi.
I ricercatori sono molto cauti: la tipologia di studio non
permette di dimostrare un rapporto di causa-effetto tra
l'assunzione di inibitori di pompa protonica e demenza. Inoltre,
i numeri sono molto piccoli e tra quanti avevano assunto i
farmaci per lunghi periodi solo 58 si sono ammalati. "Servono
ulteriori ricerche per confermare i nostri risultati ed
esplorare le ragioni del possibile legame tra l'uso a lungo
termine di inibitori di pompa protonica e un più alto rischio di
demenza", ha affermato Lakshminarayan.
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