Si terrà domani pomeriggio un
incontro al Ministero della Salute sulla riforma del Dm 70 e Dm
77, relativi alla riforma della medicina ospedaliera e del
territorio. C'è sul tema un tavolo ministeriale di cui fanno
parte una pluralità di soggetti, tra cui società scientifiche,
rappresentanti istituzionali e tecnici. Tra questi c'è la
Società italiana dei Sistemi 118 (Sis118), che presenterà i
propri contributi per una riforma del 118.
"Per quanto riguarda l'accesso al sistema dell'emergenza da
parte del cittadino - spiega il presidente Sis 118 Mario
Balzanelli - chiediamo che venga completamente rivisto il
modello che prevede oggi il numero unico 112. La legislazione
europea vigente permette agli Stati membri di conservare i
numeri di emergenza nazionale, cosa che è stata fatta dal 60%
degli Stati e le linee guida di European Resuscitation Council
del 2021 hanno sancito che il modello del numero unico è
fallimentare, perché fa perdere tempo nel passaggio della
telefonata fra centrali operative".
"Riteniamo inoltre -prosegue Balzanelli- che al 118 vada
riconosciuto il massimo livello di complessità organizzativa
previsto per le strutture in sanità a livello dipartimentale e
chiediamo che ogni provincia abbia la centrale operativa 118,
così come sancito dal Dpr del 27 marzo 1992. Con la riforma del
territorio sono state inserite altre centrali operative come
quelle delle cure primarie, della guardia medica e si rischia in
ogni ambito provinciale che vi sia una confusione generale di
percorso: chiediamo pertanto che la centrale 118 faccia da
regolatore di flusso. Oltre a questo, un aumento complessivo dei
mezzi di soccorso calibrato dalle Regioni sulla base dei tempi
di percorrenza per aree urbane ed extraurbane, rispettivamente
di 8 e 20 minuti dalla chiamata, prevedendo le figure di un
medico e di un infermiere ogni 60mila abitanti". Per Sis 118
devono essere poi ripristinati e potenziati i punti di primo
intervento del 118: quelli rimasti sono le uniche strutture
intermedie in grado di decongestionare i Pronto Soccorso. Questi
ultimi possono essere collocati nelle Case della Salute, oltre
che nelle ASL e negli ospedali riconvertiti.
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