L'infinito piccolo, ossia il fronte
epidemiologico, visto e letto dal più lontano e alto possibile,
ossia la ricerca Geospaziale: sono arrivati in 150 da tutto il
mondo per mettere a punto lo stato della ricerca e nuovi modelli
sui dati geografici, analisi dati, sistemi informatici. Geovet è
organizzato dall'Istituto Zooprofilattico di Teramo e ha come
sottotitolo 'Espandere i confini, ricerca geospaziale
interdisciplinare per 'Era One Healt, una comunità scientifica
che si è riunita per la prima volta dopo 3 anni, l'ultima volta
in California, e soprattutto dopo il covid. Come spiega
Annamaria Conte, la responsabile scientifica del convegno
internazionale e direttrice del dipartimento di scienze
statistiche e Gis dell'Izs teramano, qui si fa il punto
'logistico e metodologico' di quella ricerca che analizza i
flussi epidemiologici globali. Dal covid alla peste suina
africana o l'aviaria. Gli infiniti dati che giungono ormai dallo
spazio vanno resi sistematici, perchè come afferma Paolo
Calistri, il veterinario epidemiologico dell'Izs "Come si
diffondono le malattie dal punto di vista geografico è
essenziale per comprendere i meccanismo umani e naturali. Qui si
congiungono le scienze geografiche e le esigenze 'politiche'
delle società, affinchè vengano messi a punto gli strumenti per
l'uso in funzione della prevenzione in ambito sanitario".
Tesi, ricerche, dibattiti: i dati satellitari fatti di
condizioni climatiche e immagini geografiche come 'antiaerea
scientifica', per capire spostamenti e condizioni specifiche,
una sorveglianza che nel caso delle zanzare del West Nilo, per
esempio, possono prevedere con 2/3 settimane di anticipo dove,
come e quando può esserci una recrudescenza infettiva. Lo steso
processo analitico che l'Izs teramano spiega Calistri, è in
corso nel Nord Africa con le istituzioni sanitarie locali,
sempre sul comparto zanzare. Modelli matematici e IA che sulla
base dell'infinita mole di informazioni disegnano luoghi e
tempi, strade e sentieri, condizioni e efficienza delle epidemie
per un livello di "spill over che ci porta a sorvegliare aree e
ambienti sempre più intrecciati", afferma Calistri.
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