L'attacco di panico si può curare e vincere. Ma, per batterlo, è importante non concedergli nessun vantaggio e fare le scelte giuste. Nel nostro Paese ne soffrono circa 2,5 milioni di persone, "ma sono dei dati sottostimati, perché, non raramente, chi ne ha sofferto o ne soffre lo fa in silenzio", spiega il il neurologo Rosario Sorrentino, uno dei massimi esperti di panico e di disturbi d'ansia. A far luce sulla malattia, il suo ultimo libro 'Panico 2.0. Un Disturbo Che Si Può Vincere' (Compagnia Editoriale Aliberti) scritto in forma di dialogo con la figlia Giulia, studentessa di Medicina che ha a sua volta sperimentato la sofferenza del panico. Ne esce un intreccio tra vita e scienza, esperienza e terapia, tra il distacco del medico e l'affetto tra padre e figlia. Quasi una storia di vita. "Questo libro vuole diffondere un messaggio chiaro di speranza: il panico si può vincere. Ma, per batterlo, è importante fare le scelte giuste, affidandosi a medici esperti in questo campo. Perché non si può improvvisare, rischiando così di rimanere ostaggio della propria paura, rinunciando a vivere", chiarisce il neurologo. "Oggi sappiamo infatti che i risultati migliori, si ottengono grazie alla combinazione di una terapia farmacologica affiancata a una psicoterapia cognitivo-comportamentale e all'assunzione di un corretto stile di vita". Tra i sintomi, forte tachicardia, formicolio alle estremità, il timore di perdere il controllo e il contatto con la realtà. Ma anche paura di morire o di impazzire. "In modo chiaro, con parole semplici, Giulia e Rosario ci aiutano a capire uno degli aspetti più incomprensibili del cervello - spiega nell'introduzione il neurochirurgo Giulio Maira -. Il rapporto strettissimo tra le sue funzioni e le sostanze chimiche che attivano le sue cellule, il passaggio dal materiale a ciò che materiale non è".
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