Al Policlinico Gemelli di Roma è stato eseguito un intervento per migliorare la funzionalità del cuore, riducendo il grado di insufficienza mitralica, in un giovane paziente con distrofia muscolare di Duchenne. L'intervento, realizzato con una procedura mininvasiva (definita MitraClip), è il primo di questo tipo nel mondo occidentale su un paziente con Duchenne; l'unico altro precedente è stato effettuato lo scorso anno a Tokyo.
"Roberto ha 23 anni. A oggi la distrofia di Duchenne non ha una cura e l'età media di sopravvivenza è di 27 anni", spiega Marika Pane, direttore clinico dell'Uoc Nemo Pediatrico di Fondazione Policlinico Gemelli. "Tuttavia, la storia naturale di questa malattia sta cambiando e nell'arco delle due ultime decadi siamo riusciti a regalare a questi ragazzi in media più di 10 anni di vita e di buona qualità".
"Il ragazzo è arrivato alla nostra attenzione dopo l'ennesimo episodio di scompenso acuto che lo aveva portato in pronto soccorso. La sua diagnosi è di cardiomiopatia dilatativa, con una frazione d'eiezione molto ridotta; questo suo cuore molto dilatato lo aveva portato a un'insufficienza mitralica severa", illustra Carlo Trani, direttore della Uoc Interventistica Cardiologica e Diagnostica Invasiva di Fondazione Policlinico Gemelli.
Il team ha corretto questo problema con una procedura mini-invasiva che consiste nell'introdurre un catetere attraverso la vena femorale all'altezza dell'inguine. Una volta raggiunto il cuore, una una sorta di 'molletta' viene applicata ai lembi della valvola mitrale riducendo il grado di insufficienza. L'intervento è durato due ore e ha consentito di ridurre l'insufficienza mitralica da severa e lieve-moderata. "Questi ragazzi hanno un'aspettativa di vita limitata, ma è giusto offrire loro tutte le possibilità terapeutiche oggi disponibili", conclude Priscilla Lamendola, cardiologa ecocardiografista alla Uosd di Diagnostica cardiologica non invasiva del Gemelli.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA